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Le multe non possono finanziare i premi agli agenti

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La Corte dei Conti, Sez. Autonomie, Del. 9 aprile 2019, n. 5, ha fornito importanti chiarimenti in merito alle multe elevate dalla Polizia Municipale e ai premi agli agenti; per i giudici contabili i proventi delle sanzioni sulle violazioni del Codice della strada non possono incrementare il fondo dello straordinario dei dipendenti.

I magistrati contabili della sezione delle Autonomie, con la deliberazione n. 5/2019, pubblicata sul sito l’11 aprile, hanno chiarito che la quota dei proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie conseguenti alle violazioni del Codice della strada, che gli enti possono destinare, ai sensi dell’art. 208 del d.lgs. 285/1192, al “Fondo risorse decentrate” per gli incentivi monetari da corrispondere al personale della polizia locale impegnato in progetti di potenziamento dei servizi di controllo finalizzati alla sicurezza urbana e stradale, non può essere utilizzata ad integrazione del fondo per il lavoro straordinario.

I predetti proventi sono soggetti al vincolo di finanza pubblica stabilito dall’art. 23, comma 2, del d.lgs. 75/2017, ad eccezione della quota eccedente le riscossioni dell’esercizio precedente per la parte eventualmente confluita, in aumento, nel “Fondo risorse decentrate” e destinata all’incentivazione di specifiche unità di personale di polizia locale effettivamente impegnate, nell’ambito dei suddetti progetti, in mansioni suppletive rispetto agli ordinari carichi di lavoro.

Ai fini del rispetto dell’art. 23, comma 2, del d.lgs. 75/2017, l’ammontare del fondo per il lavoro straordinario non può essere maggiorato della percentuale di aumento derivante dai rinnovi contrattuali allo scopo di rendere omogenee le basi di riferimento temporale applicabili a ciascuna delle componenti del trattamento economico accessorio soggetta al medesimo vincolo di spesa.

La questione di massima era stata posta dalla Sezione Regionale di Controllo per la Lombardia con la deliberazione n. 334/2018.

Come evidenziato dai magistrati contabili, le finalità dell’art. 208 del d.lgs. 285/1192 mal si conciliano con gli obiettivi del fondo per il lavoro straordinario, poiché la norma, piuttosto che fronteggiare circostanze imprevedibili ed eccezionali (quali sono le prestazioni di lavoro straordinario), mira ad attuare il potenziamento quantitativo e qualitativo dei servizi di controllo stradale mediante una più efficace progettazione della performance organizzativa e individuale.

Inoltre, come ricordato dai magistrati contabili, a favore del personale della polizia locale sono stati recentemente previsti due istituti:

  • l’art. 22, comma 3-bis, del d.l. 50/2017 ha stabilito che le ore di servizio aggiuntivo effettuate per la sicurezza della circolazione stradale dal personale di polizia locale in occasione di eventi organizzati o promossi da soggetti privati non sono considerate ai fini del calcolo degli straordinari del personale stesso;
  • l’art. 56-quinquies del CCNL 21 maggio 2018, ha istituito una “indennità di servizio esterno” per il personale dell’area di vigilanza, cumulabile con le altre indennità e rivolta a compensare i rischi e i disagi del personale della polizia locale connessi all’espletamento del servizio di vigilanza svolto, in via prevalente, in ambienti esterni.

Secondo i magistrati contabili, inoltre, la quota dei proventi previsti dall’art. 208 del Codice della strada e confluenti nel “Fondo risorse decentrate” per incentivare il personale della polizia locale impegnato in progetti di potenziamento dei servizi di controllo finalizzati alla sicurezza urbana e stradale, rientra nell’ambito del vincolo di spesa posto dall’art. 23, comma 2, del d.lgs. 75/2017, in quanto il potenziamento della sicurezza stradale non risulta direttamente correlato né al conseguimento di effettivi recuperi di efficienza né ad un incremento di entrate (o ad un risparmio di spesa) imputabile ad una determinata tipologia di dipendenti con effetti finanziariamente neutri sul piano del bilancio.

Ciononostante, non può escludersi l’ipotesi che, in concreto, l’ente destini agli incentivi del personale della polizia locale la quota di proventi contravvenzionali eccedente le riscossioni del precedente esercizio, utilizzando così, per l’attuazione dei progetti, solo le maggiori entrate effettivamente ed autonomamente realizzate dal medesimo personale.

In tale circostanza, per la parte in cui i maggiori proventi riscossi confluiscono nel fondo risorse decentrate in aumento rispetto ai proventi da sanzioni in esso affluiti nell’esercizio precedente, l’operazione risulterebbe assolutamente neutra sul piano del bilancio (non avendo alcun impatto sulle altre spese e non dando luogo ad un effettivo aumento di spesa), sicché, nel caso in cui i maggiori proventi non fossero diretti a remunerare il personale per le ordinarie mansioni lavorative, ma venissero utilizzati per premiare la maggiore produttività di specifiche unità di personale incaricate di svolgere servizi suppletivi di controllo funzionali al programmato potenziamento della sicurezza urbana e stradale, la fattispecie così delineata non sarebbe da includere nelle limitazioni di spesa previste dall’art. 23, comma 2, del d.lgs. n. 75/2017, in quanto estranea alla ratio che costituisce il fondamento del divieto.

Leggi la deliberazione

Nuove assunzioni nel Comune di Genova

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GENOVA – L’amministrazione comunale, a fronte delle numerose cessazioni dovute al turn over, alle quali sono destinate ad aggiungersi quelle derivanti dal cosiddetto decreto “quota 100”, ha promosso un programma di assunzioni per favorire, in particolare, il ricambio generazionale e l’ammodernamento del sistema Comune. Entro la fine del 2019 sono previste le assunzioni a tempo indeterminato di 347 persone di cui 103 nuovi agenti di Polizia Locale. Nuovi dipendenti anche tra gli amministrativi e i tecnici, con l’ingresso di funzionari e istruttori. Con il Decreto Genova sarà possibile inoltre assumere 204 unità operative, che costituiscono il gruppo di lavoro per la ricostruzione del viadotto Polcevera, ripartiti fra agenti e funzionari di Polizia Locale funzionari tecnici, esperti contabili e assistenti sociali. “Per il secondo anno consecutivo abbiamo previsto il massimo delle assunzioni consentite per legge – spiega l’assessore al personale e pari opportunità e diritti, Arianna Viscogliosi –. Il numero dei pensionamenti è altissimo e, quindi, con l’inserimento di nuove energie garantiremo un innalzamento della qualità dei servizi erogati al cittadino. Abbiamo attivato e stiamo attivando numerosi concorsi che ci consentiranno di disporre di graduatorie per le prossime assunzioni, inoltre stiamo implementando iniziative interne per la valorizzazione delle risorse umane, in una logica di attrarre nuovi talenti per rendere l’Amministrazione al passo coi tempi e innovativa.

”L’amministrazione comunale, a fronte delle numerose cessazioni dovute al turn over, alle quali sono destinate ad aggiungersi quelle derivanti dal cosiddetto decreto “quota 100”, ha promosso un programma di assunzioni per favorire, in particolare, il ricambio generazionale e l’ammodernamento del sistema Comune. Entro la fine del 2019 sono previste le assunzioni a tempo indeterminato di 347 persone di cui 103 nuovi agenti di Polizia Locale. Nuovi dipendenti anche tra gli amministrativi e i tecnici, con l’ingresso di funzionari e istruttori. Per mantenere costante l’offerta formativa verranno introdotte nel settore scolastico 64 nuove unità, tra assistenti asilo nido e insegnanti scuola infanzia. Infine, sempre nel 2019, è previsto l’ingresso di nuovi assistenti sociali. Complessivamente, nel triennio 2019 – 2021 verranno immesse 711 nuove unità a tempo indeterminato che consentiranno di rinnovare ed efficientare i servizi per rispondere al meglio alle esigenze dei cittadini. Per quanto riguarda il tempo determinato, nel 2019 ci saranno 253 assunzioni, ripartite tra i vari profili. Con il Decreto Genova sarà possibile inoltre assumere 204 unità operative, che costituiscono il gruppo di lavoro per la ricostruzione del viadotto Polcevera, ripartiti fra agenti e funzionari di Polizia Locale funzionari tecnici, esperti contabili e assistenti sociali.

Multopoli, annullati verbali a vip e politici

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ROMA – “Le Iene” tornano sul caso della Multopoli romana, nata dalle segnalazioni della dipendente comunale Emma Coli, riguardante la cancellazione di cartelle esattoriali per vip e politici.

QUI IL SERVIZIO TELEVISIVO

https://www.iene.mediaset.it/video/multe-cancellate-vip-casta-roma-multopoli-politici_356067.shtml

“Avevo rilevato accessi anomali per l’annullamento delle multe, da un’utenza risultavano 60 annullamenti in un’ora, era impossibile lo facesse una sola persona”, spiega la Coli, che per le sue segnalazioni ha subito diverse sanzioni disciplinari e ora lavora al front office, un “sottodimensionamento – spiega lei – rispetto alle mie competenze”. L’utenza in questione era quella del suo direttore. Si trattava di annullamenti, secondo la ricostruzione, che avvenivano come prassi perdisposizione dei superiori, senza seguire il normale iter amministrativo.

L’ex dirigente ha addirittura definito “proposte str**ze” le richieste di controlli di Coli, che ha continuato a trovare nuove multe annullate, una dietro l’altra. Per le sue scoperte, la donna ha subito una denuncia proprio dal suo responsabile percalunnia e diffamazione, poi annullata dal giudice perché, sembrerebbe, la donna diceva la verità.

Al momento per la vicenda ci sono 197 indagati relativi a circa 17 milioni di euro di “ammanco” per le multe annullate: la vicenda risale alla giunta Marino ma non risparmia neanche il governo della città a firma Raggi. “Ho inviato lettere protocollate e non ho mai ricevuto risposta” spiega Emma Coli.

“La polizia locale va equiparata alle forze di polizia”

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CREMONA – Viene chiesto di equiparare la polizia locale alle altre forze di polizia nazionale, cosa che oggi non avviene perché gli agenti di polizia locale vengono considerati dipendenti degli enti locali in cui prestano servizio. 

Sì, la polizia locale in Italia viene trattata come un corpo di serie B: la conferma arriva vestita di ufficialità dalla Commissione Europea per le Petizioni, dove la richiesta era giunta da Piero Boldrini, agente della polizia locale di Viadana. Lo stesso anni fa rimase vittima di un’aggressione durante un arresto, che gli costò diversi giorni di prognosi e un quadro clinico grave. Da lì la decisione di rivolgersi anche alla Commissione Europea per le Petizioni, per fare conoscere una situazione che, evidentemente, viene considerata discriminatoria.

La presidente della Commissione, la svedese Cecilia Wilkstrom, ha scritto nelle scorse ore proprio a Piero Boldrini, che a lei si era rivolto in udienza pubblica lo scorso 23 gennaio, perorando la causa sostenuta dallo stesso vigile urbano. Di fatto viene chiesto di equiparare la polizia locale – di Viadana così come di ogni altro comune italiano – alle altre forze di polizia nazionale, cosa che oggi non avviene perché gli agenti di polizia locale vengono considerati (anche nella tutela legale) dipendenti degli enti locali in cui prestano servizio. Da qui la decisione da parte della Wilkstrom e della Commissione Petizione da lei presieduta di attivarsi per trovare una soluzione che possa essere considerata equa.

Bruxelles scriverà al Governo Italiano, in particolare al Ministro degli Interni Matteo Salvini e poi ai due presidenti di Camera e Senato del Parlamento Italiano. Sarà la seconda missiva che dalla capitale belga – dove il viadanese Boldrini è già stato a novembre 2017 e lo scorso gennaio appunto – giungerà a Roma, dopo che la prima risposta è stata considerata dalla stessa Commissione Europea non soddisfacente. La volontà è di arrivare a tutele e garanzie, anche in caso di ferimento o complicazioni nel corso di missioni e dunque in orario di lavoro, identiche a quelle delle altre forze di polizia.

FONTE: OGLIOPONEWS

Riforma polizia locale, avviati i lavori in commissione affari costituzionali alla Camera dei Deputati

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E’ partita la scorsa settimana l’iter in Commissione Affari Costituzionali della Camera, riunita in sede referente, per il disegno di legge di riforma delle Polizie Locali “Disposizioni per il coordinamento in materia di politiche integrate per la sicurezza e di polizia locale” (Esame C. 242 Fiano, C. 255 Guidesi, C. 318 Rampelli, C. 451 Bordonali, C. 705 Polverini, C. 837 Sandra Savino e C. 1121 Vito – Rell. Macina e Bordonali).

“I lavori della Commissione riguardano numerose proposte di legge da parte di diversi gruppi ed evidenziano la necessità di giungere ad una riforma della polizia locale corrispondente alle esigenze emerse su tale tematica”, ha così affermato il Relatore davanti ai deputati. Le proposte di legge presentano un filo conduttore comune, innovando la disciplina relativa ai corpi di polizia locale, sia per quanto riguarda al relativo inquadramento, sia per quanto attiene alle tutele del personale. Ha sottolineato quindi l’importanza dell’intervento legislativo, assicurando da parte sua il massimo impegno ed esprimendo il convincimento che si possa giungere ad un risultato certamente positivo. In linea generale rileva ancora il Relatore “come le proposte di legge in esame riguardino la sicurezza urbana e la polizia locale. Finalità generale delle proposte di legge è quella di valorizzazione delle politiche integrate per la sicurezza urbana e di riorganizzazione ed adeguamento alle nuove esigenze della società dell’ordinamento della polizia locale. Quasi tutte le proposte hanno dunque per oggetto sia il coordinamento delle politiche integrate della sicurezza, sia la riforma della disciplina della polizia locale”.

ASAPS seguirà i lavori.

fonte: asaps.it

Polizia locale, incontro tra parlamentari e sottosegretari

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Si è svolto al ministero dell’Interno un incontro tra i parlamentari di maggioranza e i sottosegretari all’Interno Carlo Sibilia e Nicola Molteni sul tema della Polizia locale. 

«Ci siamo confrontati in un clima di alta condivisione», hanno dichiarato Molteni e Sibilia. «Stiamo lavorando per dare finalmente risposte, attese da troppo tempo, agli operatori della sicurezza di prossimità. Un tema che ci vede uniti come da contratto di Governo». 
«Per aumentare la sicurezza dei cittadini è necessario aumentare anche la sicurezza dei poliziotti locali, definendo meglio le competenze e riconoscendo la complessità del ruolo», hanno aggiunto. 

«Dobbiamo mettere gli operatori della polizia locale nelle condizioni di poter svolgere le funzioni che in questi anni sono notevolmente accresciute, riformando il loro ordinamento risalente al 1986». 
«Oggi la Polizia locale svolge una funzione fondamentale e noi dobbiamo garantire loro il massimo impegno», hanno concluso.

Se il condominio vuole apporre dei paletti anti-sosta non deve chiedere al Comune il permesso di costruire, basta la Scia

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La sezione III del Tar Campania, con la sentenza n. 1255/2019 (sotto allegata) torna a pronunciarsi sull’annosa questione dei paletti anti-sosta apposti per evitare i parcheggi selvaggi. Secondo il tribunale amministrativo, che accoglie il ricorso del condominio ricorrente, l’ordine di demolizione del Comune deve essere annullato. L’apposizione di 10 paletti di ferro alti un metro ciascuno, del diametro 10×10 infatti non necessita del permesso di costruire. Tali opere ricadono piuttosto nella disciplina dell’art. 22 del DPR n. 380/2001, per le quali si chiede solo la Scia (segnalazione certificata di inizio attività).

La vicenda processuale
Un condominio, nella persona dell’amministratore pro tempore, ricorre al Tar Campania per chiedere l’annullamento di un’ordinanza del Comune di San Giorgio a Cremano con la quale si disponeva la demolizione di alcune opere abusive realizzate dal ricorrente e il successivo ripristino dello stato dei luoghi. Questo perché ad aprile 2014 la Polizia Municipale “contestava la realizzazione su di un’area condominiale di 10 paletti ferro aventi dimensione di un 1,00 mt di altezza circa e di cm. 10×10, posizionati a delimitare l’area condominiale” e il Comune, alla luce di detto sopralluogo, disponeva la demolizione delle opere.
Il ricorso del condominio
Il condominio ritiene che il Comune con l’ordinanza di demolizione abbia violato e applicato falsamente:

  • l’art. 97 Costituzione
  • gli artt. 3, 22 e 23 del dPR. n. 380/2001;
  • il dlgs. n. 42/2004,
  • il DD.MM. 18.8.1961 e 28.3.1985;
  • la legge n. 326/2003;
  • la legge n. 241/1990;
  • oltre eccesso di potere per manifesta ingiustizia;
  • travisamento dei dati di fatto;
  • errata applicazione della normativa vigente
  • e assenza di attività istruttoria.

Il condominio evidenzia inoltre come il Comune non abbia verificato l’esiguità delle opere per le quali la legge non richiede alcuna preventiva autorizzazione edilizia, visto che non comportano alcuna modifica del territorio. Si contesta anche la violazione di qualsiasi norma ambientale, così come si lamenta l’assenza di contraddittorio e di motivazione.

Per mettere dei paletti anti-sosta nel condominio basta la Scia
Per il Tar Campania “coglie nel segno il profilo di censura con cui parte ricorrente ritiene che nel caso qui in esame non venga in discussione un’ipotesi di trasformazione edilizio -urbanistica, o di alterazione permanente dell’assetto del territorio, o di nuova costruzione, tale da esigere il previo rilascio del permesso di costruire ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 10 del d.P .R. n. 380 del 2001.” Più correttamente l’apposizione dei paletti ricade piuttosto nell’ambito applicativo dell’art 22 del DPR n. 380/2001. 

Del resto, la giurisprudenza amministrativa ritiene che, per quanto riguarda la valutazione sulla necessità del permesso di costruire, in relazione alle recinzioni deve essere compiuta “in base ai parametri della natura e delle dimensioni delle opere, e della loro destinazione e funzione”. Per cui se ad esempio la recinzione è costruita in muratura e non è facilmente rimovibile, occorre il permesso di costruire perché incide in modo permanente sull’assetto edilizio del territorio, anche se è necessario sempre considerare “le opere realizzate nel loro complesso”. 

Del resto, in un caso simile la stessa Sezione III Tar Campania si è pronunciata nel senso che: “la posa di sei paletti infissi nel suolo, destinati a sorreggere una recinzione di rete metallica senza opere murarie, costituisce un manufatto di limitato impatto urbanistico e visivo, essenzialmente destinato al solo scopo di delimitare la proprietà per separarla dalle altre, per cui l’intervento non richiede il rilascio di un permesso di costruire, fatta salva ovviamente l’osservanza dei vincoli paesaggistici.” 

Per il Tar Campania, in conclusione, l’opera di recinzione realizzata dal condominio (10 paletti, alti un metro ciascuno e con diametro di 10×10) rientra tra le opere per le quali l’art 22 del DPR n. 380/2001 richiede solo la segnalazione certificata di inizio attività.

 di Annamaria Villafrate –https://www.studiocataldi.it

Le divise della polizia municipale confezionate in una sartoria cinese (irregolare)

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TORINO – Le divise della polizia municipale erano confezionate nella sartoria cinese. Lo hanno scoperto gli stessi agenti del reparto operativo speciale della Polizia Municipale in una sartoria di via Fossata.

“Nel laboratorio – spiegano dal Comune – erano, anche, realizzate uniformi per la Polizia Locale, per conto di ditte che forniscono varie amministrazioni comunali”. Dalle verifiche sono emerse alcune irregolarità amministrative: mancava ad esempio la documentazione di alcuni strumenti del laboratorio come il montacarichi. Ma sono state trovate anche violazioni delle norme igienico sanitarie e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. In via Fossata è arrivata anche la guardia di Finanza per le verifiche fiscali. Tra le macchine da cucire e le rastrelliere con gli abiti, poi, gli agenti hanno trovato letti e materassi. Nei locali della sartoria vivevano 12 persone. Chi affittava i locali è stata denunciata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e sanzionata per la mancata comunicazione Questura delle persone straniere alloggiate.

A Torino arriva il gelato no Ztl

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A Torino arriva il gelato no Ztl. La provocatoria dolce novità è stata annunciata oggi nel corso della presentazione della quinta edizione di “Gelato a Primavera” promossa da Associazione Gelatieri di Ascom Confcommercio Torino, Epat e Siga Associazione Italiana Gelatieri dal 21 al 24 marzo.

Il gusto sarà gianduja molto intenso, con pezzi di carbone vegetale naturale, che conferiscono una tonalità molto scura: sarà presente in numerose gelaterie del Torinese aderenti all’iniziativa.

“Il gelato si è colorato di nero – ha spiegato Leonardo La Porta di Miretti – come l’umore dei negozianti, perché si sta spegnendo la città”.

“Noi – ha aggiunto – ci teniamo all’ambiente: usiamo prodotti a Km 0. Con la nuova Ztl si congestioneranno le vie limitrofe al centro, creando smog”.

“È stata una sorpresa anche per me”, ha spiegato la Presidente dell’Ascom Maria Luisa Coppa, aggiungendo che “è la dimostrazione di come le nostre imprese partecipano, se non sono in piazza”.

Dopo la manifestazione di lunedì sotto il Comune di Torino, promossa da Ascom Torino e Confesercenti Torino per dire no alla nuova Ztl, “non abbiamo ricevuto nessuna chiamata”. “È indispensabile che il sindaco e l’assessore si confrontino se vogliono andare avanti col provvedimento”, ha concluso Coppa.

fonte: torinoggi

Napoli, i novemila furbetti del numero civico

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Novemila immobili che, di fatto, non esistono. Palazzi fantasma a cui corrispondono migliaia di case, e di cittadini, che non hanno un numero civico. 

E a cui, di fatto, non è possibile notificare una multa o una cartella esattoriale perché nessuno riesce a individuare lo stabile con esattezza. Quindi, spesso, le contravvenzioni non si pagano.

Accade a Napoli e, secondo quanto riportato dal Corriere del Mezzogiorno, il fenomeno è stato scoperto dopo gli studi compiuti dagli uffici comunali del vicesindaco del capoluogo campano, che ha anche la delega al bilancio e ai tributi. 

Il piano d’azione 
I numeri sono emersi dopo le analisi di Enrico Panini, che ha definito il caso “un fenomeno che incide fortemente sul dato dell’evasione”: “Stiamo completando le ultime verifiche, poi partiremo con i controlli e con le multe per i proprietari, in quanto è ovviamente contro la legge che un immobile non sia identificabile”.

E partirebbe proprio da questo punto un piano d’azione, condotto dai vigili urbani, chiamati a verificare l’esistenza dei numeri civici: “Ovviamente è impossibile avere novemila civici per fare altrettante notifiche ai proprietari degli immobili, a cui spetta assicurarsi della presenza dei numeri. Divideremo gli interventi per strade, con la polizia municipale che batterà a tappeto vie e vicoli dove il fenomeno è presente, dividendolo per zone”.

Le aree coinvolte sono diffuse a “macchia di leopardo”, ha specificato Panini, che però ha fatto sapere che esistono zone dove il fenomeno “è stato riscontrato maggiormente.” 

Il caso dei passi carrabili 
E oltre al caso dei civici, la lotta al “nero” passa anche dai passi carrabili, che ha generato, negli anni, un’evasione del tributo relativo. Lo scorso novembre, infatti, il Comune ha avviato controlli partendo da qui. Come ha spiegato il vice sindaco, in città, “ci sono 3.827 strade cittadine, eppure risultano attive soltanto 4.700 concessioni rilasciate per i passi carrabili, pari a poco più di un passo carraio presente per strada. I conti non tornano”.

Secondo il dossier aperto dall’assessore, la Corte dei Conti della Campania ha accusato il Comune di Napoli “di avere entrate non coerenti con il possibile gettito”. Perché “come risulta da controlli effettuati a campione e dalle verifiche eseguite grazie alla proiezione demografica sul territorio cittadino, è di almeno 30mila passi carrabili la reale situazione del territorio.

Ciò significherebbe una maggiore entrata annua di 10 milioni, l’equivalente di oltre il 70% della spesa per la refezione scolastica”. Secondo quanto spiegato dal responsabile del Comune, all’appello, di effettivi, ne mancherebbero circa 24mila. Come soluzione, multe per condomini o altri non in regola, che dovranno pagare il doppio dell’importo dovuto, comprensivo degli arretrati degli ultimi cinque anni. Cifre che vanno dai 6mila ai 20mila euro. 

I morosi 
Attenzione anche agli utenti che risultano morosi, cioè affittuari di diverse tipologie di immobili di proprietà comunale. Come alloggi Erp, locali a uso non abitativo, ex scuole, aree, suoli e fondi rustici. Il caso è emerso a fine dicembre, quando sono stati inviati loro 22mila “atti formali”.

“L’operazione”, chiarisce ancora Panini, “intende recuperare 160 milioni di debito contratto dagli utenti in 27 anni, da gennaio 1991 al mese di giugno 2018”.

Un’operazione che, secondo l’assessore, “comincia a dare i suoi frutti”: “Dopo due mesi dall’avvio delle diffide, l’intervenuto avrebbe ricevuto, a fine febbraio 2019, riscontro da circa seimila utenti, dei quali più della metà avrebbe richiesto di accedere al beneficio del piano di rateizzazione per il pagamento di quanto dovuto”.

Secondo i dati messi a disposizione dal Comune, “i primi effetti dell’incisività della lotta all’evasione” avrebbero mostrato, solo nel mese di dicembre, un saldo dei debiti di “685mila euro”.

fonte: ilgiornale.it