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Potenza, polizia locale in agitazione

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La decisione arriva a seguito della trasmissione alle organizzazioni sindacali della determina n. 193 con la quale l’amministrazione comunale ha ben pensato di istituire in via sperimentale il terzo turno di servizio e per la quale i sindacati di categoria hanno chiesto la convocazione di un incontro urgente convocando contestualmente l’assemblea di tutti i lavoratori della Polizia locale.

L’assemblea, all’unanimità dei presenti, ha deciso dopo ampia e accesa discussione, di proclamare lo stato di agitazione preannunciando lo sciopero del personale da articolarsi a fine e inizio turno qualora la determina istitutiva del servizio non venga revocata con immediatezza.

Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl stigmatizzano il metodo utilizzato: una scelta ventilata dall’amministrazione come scelta strategica per garantire la sicurezza in città, o meglio nel centro storico, viene adottata con una mera determinazione dirigenziale senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali che rappresentano i lavoratori interessati dalle misure e contestualmente gli interessi dei cittadini del nostro capoluogo.

Prima ancora di entrare nel merito delle prerogative sindacali contrattualmente previste e che sono state palesemente lese da una determina trasmessa ai sindacati per “opportuno garbo istituzionale”, riteniamo inaccettabile il metodo adottato in quanto siamo convinti che intelligenza istituzionale e politica avrebbero dovuto indurre il sindaco della città e la comandante della Polizia locale a un confronto serio sulla misura del terzo turno, sui suoi obiettivi e sulla reale perseguibilità. Tutto ciò è mancato ed è stato sostituito da una misura quasi d’imperio, generando caos e disorientamento tra i lavoratori della polizia locale. Tali prerogative sono quelle sancite dagli articoli 5 e 7 del contratto collettivo nazionale del lavoro 2016/2018 che espressamente prevedono tra le materie oggetto di confronto l’articolazione dell’orario di lavoro e la contrattazione integrativa dei turni, nonché i turni notturni. Per questo procederemo all’impugnazione per attività antisindacale del predetto provvedimento.

Senza tralasciare che ad una normale richiesta di incontro urgente da parte delle organizzazioni sindacali sono seguite riunioni della stessa Comandante con i lavoratori, quasi a disconoscere e svilire il ruolo della rappresentanza sindacale e a generare un clima di timore reverenziale che sopisse le legittime istanze dei lavoratori stessi. Per non parlare delle difficoltà nell’avere la disponibilità di locali idonei per lo svolgimento del diritto di assemblea, di cui abbiamo avuto notizia solo poche ore prima dell’inizio dell’assemblea stessa.

Già solo questo basterebbe per delineare il clima che ormai si respira nel corpo della polizia locale.

Entrando nel merito del provvedimento ciò che colpisce è l’utilizzo della terminologia usata, si parla di bande di “delinquenti” e di “una delinquenza diffusa che fa diminuire la percezione della sicurezza urbana” e il solo fatto che ciò venga lamentato vede come conseguenza diretta la necessità di istituire il citato servizio .

Queste le premesse sulla base delle quali si istituisce il terzo turno, dimenticando che la questione attiene “in modo prevalente all’ordine e alla sicurezza pubblica e alla tutela dell’incolumità privata”, competenze queste che attengono alle forze di sicurezza dello Stato e non alla polizia locale.

Sconfessando le premesse alle quali è ancorata la determina, nel pomeriggio di ieri, a ridosso dell’assemblea, è stata diramata a tutto il personale della Polizia locale una nota operativa con la quale si chiarisce che i controlli debbano essere limitati alla verifica della viabilità e della regolare sosta dei veicoli, circoscrivendo l’attività a una specificata area urbana e che si tratta di un servizio “mirato” per cui lo stesso piantone dovrà comunicare con le sole pattuglie impiegate in viabilità nel centro storico.

Insomma, una gran confusione: da un lato si delineano delle premesse catastrofiche, dall’altro si riduce il tutto a misure di viabilità non rispondendo alle dichiarate esigenze in termini di sicurezza dietro le quali si vuol far passare la necessità di istituire il terzo turno.

Per tutti questi motivi l’assemblea ha detto senza se e senza ma “no” all’istituzione del terzo turno che alle condizioni date si trasformerebbe in una misura fortemente lesiva della condizione di benessere fisico e psicologico, ma più in generale dell’incolumità personale, dei lavoratori.

Su tale situazione non si può semplificare, non si possono chiedere sacrifici sebbene limitati nel tempo, non si può dar luogo a nessuna “sperimentazione” su tale materia perché non ci sono le condizioni né i presupposti per poter fare il cosiddetto terzo turno senza assumersi gravi responsabilità rispetto ai rischi che esso comporta.

Per questo, nel proclamare lo stato di agitazione del personale della polizia locale chiediamo la revoca immediata, previa sospensione, della determinazione 163 e chiediamo un incontro urgente al Prefetto di Potenza congiuntamente all’amministrazione comunale.

Giuliana Pia Scarano, segretaria Fp Cgil Giovanni Sarli segretario Cisl Fp, , Giuseppe Verrastro Uil Fpl

Turbavano appalti per fornire abbigliamento nei corpi di polizia: 9 imprenditori interdetti

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Nella mattinata dell’11 novembre, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Firenze ha dato esecuzione a 9 misure interdittive a esercitare uffici direttivi di società, emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Firenze, dott. Alessandro Moneti, nei confronti di altrettanti imprenditori, titolari di imprese operanti sul territorio toscano nel settore del confezionamento di capi di abbigliamento da lavoro, accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata a turbare il corretto svolgimento delle procedure di affidamento di pubbliche forniture.

Le indagini, condotte dai militari del Nucleo di Polizia Economica Finanziaria della Guardia di Finanza di Firenze sotto la direzione della Procura della Repubblica del capoluogo toscano – Sostituto Procuratore Dott. Leopoldo De Gregorio, sono state avviate a seguito di una denuncia presentata nel settembre 2017 dall’Ufficio Anticorruzione, Trasparenza e Controlli del Comune di Firenze e hanno messo in luce alterazioni nelle procedure di affidamento indette da alcuni comuni ed enti pubblici della regione Toscana.

Nell’ambito dell’indagine, è emersa la presenza sul territorio regionale di un nucleo di imprese che, in circa cinque anni, sono risultate più volte aggiudicatarie all’esito delle procedure concorsuali bandite da alcuni enti pubblici, territoriali e non, per l’acquisizione di beni costituiti prevalentemente da capi di abbigliamento ed accessori da destinare al personale dei corpi di polizia municipale, dei servizi di guardiania e di rappresentanza.

Dalle attività della Procura della Repubblica di Firenze, allo stato, sarebbe emerso un forte vincolo a carico di alcune delle principali società attive nelle forniture dei beni, fondato su interessi perseguiti secondo logiche di non aggressione e accordi attraverso cui alcune aziende si sarebbero divise i territori di diverse regioni del Centro­nord. Sono inoltre al vaglio dell’Autorità Giudiziaria la posizione di tre funzionari pubblici risultati in stretto collegamento con alcuni degli imprenditori destinatari dei provvedimenti interdittivi nonché quella di tre società con sede in Firenze, Prato e Empoli, per le quali sarà valutata l’adozione di eventuali ulteriori analoghi provvedimenti. Indagini sui bandi per le divise di Galleria Accademia e Opera primaziale Nell’inchiesta della guardia di finanza di Firenze sono finiti anche dipendenti pubblici.

Secondo quanto appreso, sono tre i funzionari pubblici ai quali viene contestato il reato di turbativa d’asta. La procura ha chiesto la misura cautelare dell’interdizione dai pubblici uffici sulla quale, secondo quanto previsto dalla legge, il gip deciderà dopo l’interrogatorio non ancora avvenuto.

Da quanto appreso si tratterebbe di un funzionario della polizia municipale di San Giuliano Terme (Pisa), e di due dipendenti dei Comuni di Siena e Cecina (Livorno), che per l’accusa si sarebbero accordati con alcuni degli imprenditori indagati per falsare l’esito di alcune delle gare oggetto dell’inchiesta. Le indagini nel corso degli anni si sono concentrate su diversi bandi: quello per le forniture di divise ai dipendenti della Galleria dell’Accademia di Firenze, dell’Opera primaziale pisana, di fornitura di divise alla polizia municipale di Firenze, di Siena e di Massa.

Il vigile diventato sindaco era ineleggibile

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Da vigile urbano a sindaco il passo è stato breve in quel di Riace in Calabria.

La scorsa primavera Antonio Trifoli, militante della Lega, era riuscito per solo un voto ad espugnare la roccaforte dell’accoglienza, dopo l’esilio del sindaco Mimmo Lucano. E a cancellare il “modello Riace”.

Trifoli aveva promesso un’amministrazione votata a trasparenza e legalità, ma   a quanto pare  proprio lui non avrebbe potuto neanche partecipare alle elezioni del 26 maggio.  Secondo quanto stabilito dal tribunale di Locri, Antonio Trifoli era ineleggibile. 

I giudici, infatti, hanno accolto i ricorsi presentati da Maria Spanò, ex candidata sindaco della lista “Il cielo sopra Riace” e da un gruppo di cittadini che contestavano la legittimità dell’elezione di Trifoli.

Motivo? Come dipendente a tempo determinato del Comune non aveva diritto ad accedere all’aspettativa non retribuita per motivi elettorali. In più, da vigile urbano secondo il Tuel non poteva candidarsi nel Comune in cui ha svolto le proprie mansioni. Argomentazioni sposate dai giudici di Locri che con una sentenza di 12 pagine hanno rispedito al mittente le giustificazioni di Trifoli.

Nonostante avesse firmato un contratto con l’amministrazione di Riace, tanto in pubblico come in giudizio il sindaco ha sempre tentato di far valere la propria condizione di ex Lsu-Lpu, dunque di lavoratore in carico alla Regione. Teorie che non hanno convinto i giudici, che in sentenza scrivono: “E’ netto lo spartiacque tra la condizione giuridica del lavoratore L.S.U. ed L.P.U. e colui il quale, nell’ambito di tale procedura occupazionale, viene stabilizzato con contratto a tempo determinato, come quello stipulato tra il Comune di Riace e il signor Trifoli”. 

Traduzione, era in tutto e per tutto un dipendente a tempo determinato del Comune di Riace e per questo ineleggibile, dunque da dichiarare decaduto.

Non si tratta di un’ordinanza immediatamente esecutiva, la sua efficacia rimane sospesa fino alla celebrazione dell’eventuale appello. Tuttavia, anche la Prefettura si è costituita in giudizio contro Trifoli, forte di un parere del Viminale che lo definiva incandidabile, e adesso potrebbe decidere di non attendere i tempi della giustizia e procedere subito al commissariamento di Riace.

Blitz della polizia locale di Udine nella palazzina ristrutturata

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Blitz della polizia locale di Udine in una palazzina ristrutturata ma mai abitata perchè la ditta che ha effettuato i lavori è fallita nel 2013. All’interno dell’immobile di viale Europa Unita gli agenti hanno trovato siringhe, altri strumenti utilizzati da tossicodipendenti, stracci e avanzi di cibo. Da tempo i residenti segnalavano la presenza di abusivi all’interno della palazzina, ma le autorità sono intervenute solo ora perchè mancava il via libera all’intervento da parte del tribunale di Bologna. Nell’edificio ci sono 48 appartamenti e un’autorimessa con 240 posti macchina. Il tutto sarà presto messo all’asta.

Cassazione, arresto Marco Carta legittimo

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Il cantante Marco Carta durante la presentazione del nuovo disco ''Bagagli leggeri'', Milano, 20 giugno 2019. ANSA/MATTEO BAZZI

L’arresto di Marco Carta è stato “legittimamente eseguito”. Lo ha stabilito la IV sezione penale della Cassazione accogliendo il ricorso della Procura di Milano contro la mancata convalida da parte del giudice dell’arresto del cantante. Carta era stato bloccato dalla Polizia Locale, mentre usciva con una donna dalla Rinascente la sera del 31 maggio, per un furto di 6 magliette per un valore di 1.200 euro.
    Fatto per il quale Carta è stato poi assolto il 31 ottobre nel processo con rito abbreviato. Dopo una notte ai domiciliari, il giudice non aveva convalidato l’arresto per mancanza di indizi, ma la Cassazione ha annullato senza rinvio il provvedimento.
    Nel frattempo l’avvocato Massimiliano Annetta, difensore del cantante insieme al collega Simone Ciro Giordano precisa in una nota che, “la pronuncia della Cassazione non annulla, né inficia in alcun modo, l’assoluzione con formula piena emessa dal Tribunale di Milano”.

Seggiolini antiabbandono, da oggi l’obbligo

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E’ entrato in in vigore oggi, 7 novembre, l’obbligo – per chi trasporta minori di 4 anni – ad installare dispositivi per prevenire l’abbandono di bambini nei veicoli chiusi. Lo ha fatto sapere l’Asaps, Associazione sostenitori Polstrada, spiegando che il ministero dell’Interno ha divulgato ieri la Circolare esplicativa della Direzione Centrale delle Specialità per attuare il decreto del Mit relativo al Regolamento sull’art.172 del nuovo Codice della strada. Per agevolare l’acquisto dei dispositivi, nel dl fisco (ancora non pubblicato) è stato istituito un fondo per un incentivo di 30 euro per ciascun dispositivo acquistato.
    Il decreto, spiega l’Asaps, prevede che i dispositivi “dovranno attivarsi automaticamente e dovranno essere dotati di un allarme in grado di avvisare il conducente della presenza del bambino nel veicolo attraverso appositi segnali visivi e acustici o visivi e aptici percepibili all’interno o all’esterno del veicolo (potranno essere dotati anche di un sistema di comunicazione automatico per l’invio di messaggi o chiamate)”.

Chi non si doterà di questi dispositivi incorrerà nelle violazioni previste dall’articolo 172 del Codice della Strada, con sanzione amministrativa da 81 a 326 euro (pagamento entro cinque giorni 56,70 euro) e la decurtazione di 5 punti dalla patente.

“L’Asaps – commenta il presidente Giordano Biserni – auspicava un margine di tempo maggiore interpretando la legge in modo più favorevole e con la concessione dei 120 giorni inizialmente previsti, così non è stato. Pertanto genitori, nonni e accompagnatori affrettatevi!”.

Queste le caratteristiche tecnico-costruttive e funzionali essenziali che dovranno avere i dispositivi:
a) I I dispositivo anti-abbandono deve segnalare l’abbandono di un bambino di età inferiore a 4 anni, sul veicolo sul quale è trasportato, da parte del conducente del veicolo stesso mediante l’attivazione di uno dei segnali di cui alla lettera d);
b)il dispositivo deve essere in grado di attivarsi automaticamente ad ogni utilizzo, senza ulteriori azioni da parte del conducente;
e) il dispositivo deve dare un segnale di conferma al conducente nel momento dell’avvenuta attivazione;
d) nel caso in cui il dispositivo rilevi la necessità di dare un segnale di allarme, quest’ultimo deve essere in grado di attirare l’attenzione del conducente tempestivamente attraverso appositi segnali visivi e acustici o visivi e aptici, percepibili all’interno o all’esterno del veicolo;
e)il dispositivo antiabbandono deve essere in grado di attivare il sistema di comunicazione indicato alla lettera g);
f)se alimentato da batteria, il dispositivo deve essere in grado di segnalare al conducente livelli bassi di carica rimanente;
g)i dispositivi antiabbandono possono essere dotati di un sistema di comunicazione automatico per l’invio, per mezzo delle reti di comunicazione mobile senza fili, di messaggi o chiamate.C aratteristiche tecnico-costruttive essenziali
a) I I dispositivo deve essere basato su sistemi elettronici con logiche di utilizzo o che utilizzano appositi sensori;
b)n ell’interazione con il veicolo o con apposito sistema di ritenuta, il dispositivo non deve in alcun m odo alterarne le caratteristiche di omologazione.

Viareggio, auto travolge vigili e carabiniere: 3 feriti gravi

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Un carabiniere e due agenti della polizia municipale di Viareggio (Lucca) sono rimasti feriti in modo grave in un incidente avvenuto questa mattina sulla variante Aurelia tra Torre del Lago (Lucca) e Viareggio nei pressi dell’uscita di Bicchio. Da quanto si apprende, i tre erano sul posto per effettuare i rilievi di un altro incidente quando sarebbero stati travolti da una Bmw. Sul posto, oltre alle ambulanze, è intervenuto anche l’elisoccorso Pegaso.

La donna carabiniere di 29 anni e una agente della polizia municipale di Viareggio di 54 anni sono state trasportate all’ospedale Cisanello di Pisa, dove sono arrivate in codice rosso. L’altro ferito, un altro agente della polizia municipale viareggina, di 53 anni, è stato trasportato all’ospedale Versilia sempre in codice rosso.

fonte: adnkronos

Torino, multe ai monopattini: si dimette Bezzon comandante dei vigili urbani

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Il comandante della polizia municipale di Torino Emiliano Bezzon si è dimesso questa mattina dopo le polemiche per le multe ai monopattini elettrici. Una posizione che sembra essere irrevocabile e che era stata auspicata dai consiglieri del Movimento 5stelle. Un tira e molla durato una settimana durante il quale il capo dei civich si è scagliato contro l’assessora alla Viabilità, Maria Lapietra, che aveva invece autorizzato la sperimentazione dei mezzi che secondo Bezzon andavano equiparati ai motorini. Un conflitto pesante per la maggioranza 5stelle e la sindaca Chiara Appendino che proprio sulla sperimentazione della micromobilità aveva investito molto sul piano comunicativo. “Volevo comunicarvi che ho protocollato la lettera in cui ho rimesso nelle mani della sindaca il mio incarico” lo stringato messaggio inviato ai vigili urbani della città da Bezzon. Appendino dovrà decidere se respingere le dimissioni, sfiduciando di fatto Lapietra e mettendosi contro i consiglieri 5stelle, o accoglierle. “Il comandante Bezzon si dimette per pagare la colpa di aver fatto rispettare il codice della strada – attacca il capogruppo della Lega in consiglio comunale e assessore regionale alla polizia municipale, Fabrizio Ricca – Paga per non essersi piegato a una narrazione meramente politica che parlava di monopattini e mobilità alternativa senza essersi minimamente preoccupata di adeguare le norme a queste buone intenzioni. È preoccupante che a pagare le spese delle liti interne alla maggioranza, e alla scarsa capacità di concretizzare le proprie fantasie, sia la Polizia Municipale che ha la sola colpa di aver fatto rispettare regolamento della stessa città”. Dura anche la consigliere Federica Scanderebech che ha chiesto una commissione per chiarire le regole, cui far partecipare anche gli assicuratori, ma che ora si schiera con Bezzon: “Ha tutta la mia solidarietà – dice – La sindaca e l’assessora Lapietra chiedano scusa al comandante e non accettino le sue dimissioni. Se la politica sbaglia non è giusto che un tecnico che ha solo applicato una normativa faccia un passo indietro”. Resta da capire quali saranno le conseguenze politiche di questa scelta con l’ipotesi di un rimpasto in giunta sempre più probabile. Se infatti Lapietra dovesse restare al suo posto, forte del sostegno dei consiglieri, a perdere la delega alla “polizia municipale” in favore della vicesindaca Sonia Schellino, potrebbe essere l’assessore Roberto Finardi, che però conserverebbe quelle per lui più importanti allo Sport.

fonte: larepubblica

Più sinergia tra Cc e polizia locale

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Pianificare le strategie per far fronte alle esigenze di sicurezza delle diverse zone di Cagliari. È uno dei temi affrontati nel faccia a faccia tra il comandante provinciale dei carabinieri di Cagliari, il colonnello Cesario Totaro, e il sindaco del capoluogo sardo Paolo Truzzu. “Durante l’incontro istituzionale è stata posta l’attenzione sui principali temi della sicurezza del Capoluogo e della Città Metropolitana di Cagliari – spiegano dal Comando provinciale dell’Arma – con particolare riferimento alle strategie d’azione da adottare per far fronte alle esigenze di sicurezza delle diverse aree urbane, specialmente quelle dove emergono particolari criticità”. L’obiettivo è quello di rendere ancor più efficace la sinergia tra carabinieri e polizia municipale, con servizi anche congiunti, come è avvenuto durante le ultime attività portate a termine in diversi quartiere e alla Marina.

Polizia locale Taranto con body cam

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Taranto – In via sperimentale parte a Taranto l’uso di body cam sulle divise degli agenti della polizia locale che verranno usate per registrare gli interventi soprattutto in potenziali situazioni di rischio. La sperimentazione riguarderà al momento otto agenti. “Le micro telecamere portatili permetteranno agli Agenti di registrare sia immagini sia audio durante il turno di lavoro per motivi di polizia giudiziaria – fa sapere l’assessore alla polizia locale Gianni Cataldino – Le videoregistrazioni saranno impiegate esclusivamente per ragioni di polizia giudiziaria e non per elevare verbali per violazione al codice della strada e verranno utilizzate per la registrazione di tutti gli interventi di carattere operativo come posti di controllo, interventi su reati in corso, tso, controllo soste ma al solo fine di tutelare il personale operante da atteggiamenti da parte di soggetti esterni che possano prefigurarsi come reato”. Si tratta, precisa l’assessore, di uno strumento che “allo stesso tempo tutela sia l’Agente che esegue l’intervento che il cittadino interessato, documentando in modo chiaro cosa accade. E’ uno strumento di tutela dei nostri operatori in quanto fornisce una documentazione inoppugnabile di quanto accaduto e in secondo luogo perché consente di avere un elemento di prova in più nelle indagini”. “Si tratta di una tecnologia molto interessante – afferma ancora – ed uno strumento che riteniamo possa rendere più efficace l’azione dei nostri agenti della Polizia Locale, visto la presenza di body cam che produce l’ effetto di abbassare la tensione e l’aggressività che spesso gli agenti si trovano ad affrontare”.
   

fonte: ansa