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Addio multa per passaggio col rosso se l’apparecchiatura non è omologata

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L’apparecchio di rilevazione elettronica che fotografa il veicolo che passa con il rosso al semaforo deve essere sottoposto alla complessa procedura prevista per l’omologazione, nonché a taratura e verifiche periodiche. In mancanza, i rilevamenti non potranno essere utilizzati ai fini della contestazione della violazione mancando quella garanzia di affidabilità che solo tali adempimenti possono garantire.

Verbale per passaggio col rosso

Lo ha chiarito il Giudice di Pace di Vercelli in una sentenza depositata il 19 febbraio 2020 (sotto allegata) pronunciandosi sul ricorso di un conducente assistito dalla Globoconsumatori Onlus. Il giudicante ha ritenuto fondata l’opposizione originata da un verbale elevato per passaggio con lanterna semaforica rossa.
Nel dettaglio, la violazione era stata rilevata tramite dispositivo elettronico che aveva fotografato il veicolo e su questo strumento si soffermano le doglianze dell’opponente che ne contesta l’omologazione, evidenziando come l’apparecchiatura fosse stata meramente approvata.
Omologazione e approvazione
Il magistrato onorario, a seguito della lettura congiunta dell’art. 201, comma 1-ter, C.d.S. e dell’art. 192 Reg. C.d.S., evidenzia come le apparecchiature da utilizzare per i controlli debbano essere omologate qualora il Regolamento di esecuzione ed attuazione stabilisca le caratteristiche fondamentali o particolari prescrizioni, altrimenti sarà possibile ricorrere alla semplice approvazione, se possibile utilizzando la procedura prevista per l’omologazione.

Nel caso di specie, l’opponente evidenzia come l’apparecchiatura utilizzata per il rilevamento non era stata omologata con decreto del MIT, ma approvato da una determina dirigenziale. Ciò non sembra rispondere alle prescrizioni dettate dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 113/2015, la quale ha stabilito che lo strumento non può essere utilizzato in assenza della prescritta omologazione.

Detta statuizione, si legge nel provvedimento, estendersi a tutte le apparecchiature automatiche utilizzate per l’accertamento di qualsivoglia illecito previsto in tema di circolazione stradale. Ancora, il giudice delle leggi ha precisato che l’esonero da verifiche periodiche e taratura di mezzi tecnici di rilevazione di infrazioni saprebbe irrazionale e irragionevole.
Ciò in quanto qualsiasi strumento di misura, specie se elettronico, è soggetto a variazioni delle sue caratteristiche e quindi a variazioni dei valori misurati dovute ad invecchiamento delle proprie componenti e ad eventi quali urti, vibrazioni, shock meccanici e termici, variazioni della tensione di alimentazione.
Semaforo rosso: multa annullata se l’apparecchiatura non è omologata
Per il Giudice di Pace solo attraverso la taratura e le verifiche periodiche sarebbero salvaguardate le contrapposte facoltà delle parti: quelle dello Stato, alla sicurezza della circolazione e alla tutela degli interessi della collettività; quelle del cittadino, alla certezza dei rapporti giuridici e al diritto di difesa.
Nel caso in esame l’apparecchiatura, che riprende in modalità automatica e in sequenza video le luci proiettate da un impianto semaforico, la durata delle stesse, i tempi e la successione, nonché l’area della intersezione stradale controllata, non può ritenersi esclusa dall’obbligo di taratura e verifiche periodiche in quanto è tenuta a fornire, anche successivamente alle riprese, quella garanzia di affidabilità che, come affermato dalla Consulta, solo tali adempimenti possono garantire.
In conclusione, poiché la predetta apparecchiatura non è stata sottoposta alla complessa procedura per l’omologazione, i rilevamenti non potranno essere utilizzati ai fini della contestazione della violazione, avendo questa operato in modalità automatica e senza la presenza dell’agente che ne abbia preventivamente accertato la corretta funzionalità. Dall’accoglimento dell’opposizione, non essendo state fornite prove sufficienti della corretta funzionalità dell’apparecchiatura, consegue l’annullamento del verbale.

Lucia Izzo / studiocataldi

Coronavirus, Russo (Silpol): chi salvaguardia la polizia locale?

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L’emergenza Coronavirus – Covid 2019 ha portato i Comuni italiani a incaricare le polizie locali a controllare il territorio al fine di salvaguardare la salute pubblica.

Disposizioni che portano gli agenti della polizia locale ancora di più in prima linea nelle attività di vigilanza e repressione.

 “Chi tutela la polizia locale Italia?”, è il testo dell’intervento di  Sebastiano Russo,  segretario Nazionale del Silpol nel quale fa emergere la discrepanza nelle misure ministeriali e le indicazioni date ai diversi corpi di polizia.
“Appare di tutta evidenza nel sistema organizzativo e dispositivo la discriminazione operata, ancora una volta, nei confronti degli operatori di polizia locale, le cui modalità d’intervento risultano alquanto frammentarie e legate alle disposizioni dei singoli sindaci nella loro qualità di massima autorità sanitaria locale, mentre per le Forze di polizia statali, nel merito, è stata  – scrive il segretario Russo –    ulteriormente ed omogeneamente prevista una puntuale disciplina con la nota della direzione Centrale Sanità del Ministero dell’Interno, Dipartimento Pubblica Sicurezza n. 1596 del 22 febbraio 2020. Occorre, infatti, evidenziare l’ulteriore disparità di trattamento tra gli Operatori di polizia ad ordinamento statale e quelli della polizia locale sprovvisti, questi ultimi, nella stragrande maggioranza dei casi dei minimi D.P.I.,
pur essendo in altrettanta misura impegnati ed esposti ai rischi attualmente esistenti”.


“Si è soliti dire che la Polizia Locale è il front-office dell’Amministrazione Comunale. Quindi sorge spontanea una domanda: – s’interroga il numero uno di Silpol –  come fare sicurezza e prevenzione sanitaria se chi la dovrebbe fare è egli stesso esposto al medesimo tipo di rischi? Mentre la tipologia di poliziotti stricto sensu e di lavoratori del vasto Comparto Sanità hanno avuto specifiche direttive compartimentali, i lavoratori degli Enti locali, tra cui sono compresi i poliziotti locali, nel pieno dell’emergenza virale ed epidemica devono solo “prendere atto che il Ministero della PA sta mettendo in atto tutte le misure che servono a bilanciare l’imprescindibile esigenza di proteggere la salute e garantire la sicurezza dei luoghi di lavoro con la necessità di mandare avanti la complessa macchina dello Stato e di assicurare i sevizi essenziali, di cui il Paese ha bisogno” (Direttiva Dadone del 26 febbraio u.s.)”.

“Non si può continuare – scrive il segretario Silpol  –  ad avallare una tale discriminazione, soprattutto se questa è direttamente legata alla tutela della salute di chi opera nel rispetto di ciò che prevede la stessa Costituzione. Discriminazione costantemente
richiamata alle SS.LL. in innumerevoli altre occasioni, al fine di ottenere la necessaria ed adeguata equiparazione dei profili, istanza, ahinoi, lasciata sempre in coda nei capitoli delle cose da fare e mai realizzata”. 

“La Polizia Locale Italiana, operativa in 8000 Comuni, continuerà a non lesinare la propria disponibilità ed il proprio impegno, come da sempre avviene in condizioni ordinarie e straordinarie, soprattutto in questa particolare e delicata evenienza, ma – conclude Russo –  certamente diventa sempre più irrinunciabile ed improcrastinabile che si ponga mano ad una riforma seria e rigorosa, che qualifichi e tuteli il lavoro dei suoi operatori. 

Coronavirus, la direttiva del ministro ai prefetti italiani

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Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha adottato la direttiva ai Prefetti per l’attuazione dei controlli nelle “aree a contenimento rafforzato”.

La direttiva prevede:

1) La convocazione immediata, anche da remoto, dei Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica, per l’assunzione delle necessarie misure di coordinamento.

2) Indicazioni specifiche per i controlli relativi alla limitazione degli spostamenti delle persone fisiche in entrata e in uscita e all’interno dei territori “a contenimento rafforzato”:

a) gli spostamenti potranno avvenire solo se motivati da esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute da attestare mediante autodichiarazione, che potrà essere resa anche seduta stante attraverso la compilazione di moduli forniti dalle forze di polizia. Un divieto assoluto, che non ammette eccezioni, è previsto per le persone sottoposte alla misura della quarantena o che sono risultate positive al virus.

b) I controlli sul rispetto delle limitazioni della mobilità avverranno lungo le linee di comunicazione e le grandi infrastrutture del sistema dei trasporti. Per quanto riguarda la rete autostradale e la viabilità principale, la polizia stradale procederà ad effettuare i controlli acquisendo le prescritte autodichiarazioni. Analoghi servizi saranno svolti lungo la viabilità ordinaria anche dall’Arma dei carabinieri e dalle polizie municipali.

c) Per quanto concerne il trasporto ferroviario, la Polizia ferroviaria curerà, con la collaborazione del personale delle ferrovie dello Stato, delle autorità sanitarie e della Protezione civile, la canalizzazione dei passeggeri in entrata e in uscita dalle stazioni al fine di consentire le verifiche speditive sullo stato di salute dei viaggiatori anche attraverso apparecchi “termoscan”. Inoltre saranno attuati controlli sui viaggiatori acquisendo le autodichiarazioni.

d) Negli aeroporti delle aree dei territori “a contenimento rafforzato”, i passeggeri in partenza saranno sottoposti al controllo, oltre che del possesso del titolo di viaggio, anche della prescritta autocertificazione. Analoghi controlli verranno effettuati nei voli in arrivo nelle predette aree. Restano esclusi i passeggeri in transito.

e) Per i voli Schengen ed extra Schengen in partenza, le autocertificazioni saranno richieste unicamente per i residenti o domiciliati nei territori soggetti a limitazioni. Nei voli Schengen ed extra Schengen in arrivo, i passeggeri dovranno motivare lo scopo del viaggio all’atto dell’ingresso.

f) Analoghe controlli verranno adottati a Venezia per i passeggeri delle navi di crociera che non potranno sbarcare per visitare la città ma potranno transitare unicamente per rientrare nei luoghi di residenza o nei paesi di provenienza.

3) La veridicità dell’autodichiarazione potrà essere verificata anche con successivi controlli.

4) La sanzione per chi viola le limitazioni agli spostamenti è quella prevista in via generale dall’articolo 650 del codice penale (inosservanza di un provvedimento di un’autorità: pena prevista arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino 206 euro) salvo che non si possa configurare un’ipotesi più grave quale quella prevista dall’articolo 452 del Codice penale (delitti colposi contro la salute pubblica che persegue tutte le condotte idonee a produrre un pericolo per la salute pubblica)

5) Viene richiamata l’attribuzione del prefetto al monitoraggio dell’attuazione delle misure previste in capo alle varie amministrazioni. Per quanto concerne le prescrizioni finalizzate a uniformare gli interventi per contrastare l’epidemia sul resto del territorio nazionale.

Venditori abusivi di mascherine, segnalazione alla polizia locale

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VASTO – La polizia locale cerca venditori di mascherine segnalati a Vasto dagli automobilisti proprio nei giorni in cui vengono attuate misure di prevenzione dal coronavirus. La foto si riferisce a corso Mazzini, la strada principale di Vasto, ed è stata scattata ieri mattina. “Mi sono giunte – conferma il sindaco, Francesco Menna – da privati cittadini delle segnalazioni sulla presenza in città di venditori ambulanti di mascherine. Segnalazioni che ho girato immediatamente al comandante della polizia locale, Giuseppe Del Moro”. “Ieri mattina – racconta Del Moro – appena mi è giunta la segnalazione, ho mandato subito una pattuglia sul posto, all’angolo tra corso Mazzini e via Giulio Cesare, ma gli agenti non hanno trovato nessuno perché, molto probabilmente, la persona si è dileguata non appena ha visto l’arrivo dell’auto di servizio. Continuiamo a pattugliare le strade per cercare eventuali venditori abusivi”.

fonte: zonalocale.it

Aggredì due agenti, condannata a 4 mesi e 10 giorni

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E’ stata condannata a quattro mesi e dieci giorni di reclusione e al pagamento delle spese processuali, oltre che al risarcimento del danno, la donna che aveva aggredito due agenti della Polizia Municipale, colpendoli con il suo casco, in seguito al sequestro del mezzo privo di assicurazione. I fatti risalgono al giugno del 2015, quando in via Galileo Galilei una pattuglia ferma due persone, marito e moglie, a bordo di un motociclo. Dal controllo dei documenti il mezzo risulta privo di copertura assicurativa e vengono avviate le procedure per il sequestro del veicolo, quando i due oppongono resistenza e la donna, con un colpo di casco, causa lesioni ai due agenti.

Ecoreati, 2400 sanzioni a Roma

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''Basta disastri ambientali impuniti e morti per inquinamento e amianto. Si approvi subito il ddl ecoreati senza cambiare #neancheunavirgola''. Con un flash mob in piazza Capranica Legambiente, insieme all'associazione italiana esposti amianto torna a chiedere l'approvazione definitiva del provvedimento che aggiorna il codice penale introducendo i reati ambientali. Roma, 29 aprile 2015. ANSA SPECIALIZZATI

ROMA – La lotta agli eco-reati e ai comportamenti illeciti in materia di rifiuti, dal 2019, ha fatto un vero e proprio salto di qualità grazie al sistema delle cosiddette “fototrappole”, gestite dalla Polizia Locale di Roma Capitale. Lo rende noto il Comune di Roma il quale spiega che si tratta di sofisticati sistemi di videosorveglianza, anche a infrarossi, che scattano un numero molto alto di immagini e che, proprio per scovare i responsabili, sono state posizionate nelle principali arterie di Roma e in alcuni punti “caldi” della città. Con questa tecnologia, nell’ultimo anno, il Nucleo ambiente e decoro (Nad) della Polizia Locale è riuscito ad elevare circa 2.400 sanzionati, che corrispondono a circa 300 mila euro. “Tolleranza zero verso chi inquina il territorio di Roma. Grazie ai controlli delle ‘fototrappole’ , gestite dalla Polizia Locale di Roma Capitale, siamo riusciti a ‘beccare’ e sanzionare tantissimi ‘zozzoni’ che, ogni giorno, sporcano la nostra città”, dice la sindaca di Roma, Virginia Raggi

Arriva Maqui, il primo cane della polizia locale

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Si chiama Maqui ed è un pastore belga maschio, si sta addestrando a Torino e arriverà a Genova alla fine di luglio. Da quel momento sarà “in servizio” presso la Polizia Locale genovese e verrà adottato da un agente, che diventerà il suo addestratore. Maqui vivrà a casa con l’agente, i due diventeranno una coppia inseparabile sul lavoro e a casa.

La Polizia Locale si dota di un nucleo cinofilo, in particolare per la lotta allo spaccio di droga e i fenomeni di microcriminalità. Le scuole, il centro storico e i parchi saranno alcuni dei luoghi in cui sarà all’opera l’unità. È la novità contenuta in una delibera, approvata oggi dalla Giunta comunale, su proposta dell’assessore alla Sicurezza. «Genova è una delle prime città in Italia a dotare la polizia locale di una unità cinofila – spiega l’assessore alla Sicurezza -. Negli altri Comuni l’iniziativa ha dato risultati nel perseguire i reati ma ha anche aumentato la percezione della sicurezza da parte dei cittadini e il contatto e la fiducia verso la polizia locale».

Il nucleo cinofilo sarà impegnato in molti ambiti. Ad esempio si occuperà della perlustrazione di parchi e giardini con particolare attenzione alle zone di degrado, di vigilanza del centro storico e delle aree che destano maggior senso di insicurezza a causa dello spaccio di stupefacenti o della frequentazione di individui dediti ad attività illecite, ancora, di promuovere il rispetto del decoro attorno ad aree sensibili, come scuole, musei, monumenti, istituti o luoghi di cultura e interessati da flussi turistici.

Ancora: potrà fare visite al mercato settimanale, affiancare operazioni di verifica in immobili pubblici e privati anche per il contrasto delle occupazioni abusive e dello smercio di beni contraffatti, essere presente a operazioni di bonifica di locali e fabbricati e nella tutela del patrimonio pubblico e privato in ausilio delle altre forze di polizia. Ma la presenza di Maqui servirà anche ad aumentare la vicinanza con il cittadino e a promuovere inclusione, protezione e solidarietà, valorizzando la collaborazione con il terzo settore. Gli agenti impegnati nel nucleo cinofilo partecipano a corsi di addestramento di cani e seguono un percorso di formazione in materia di polizia giudiziaria.

Coronavirus, le disposizioni per la pubblica amministrazione

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A group of doctors with face masks talking about corona virus on conference.

 Ecco i contenuti principali della direttiva emanata dalla Funzione pubblica

  • Spinta sul lavoro agile in favore del personale complessivamente inteso e sul lavoro flessibile con un occhio di riguardo per i dipendenti delle Pa affetti da patologie pregresse, che usano i trasporti pubblici o che hanno carichi familiari ulteriori connessi alle eventuali chiusure di asili e scuole dell’infanzia.
  • Preferenza per riunioni, convegni e momenti formativi svolti con modalità telematiche che possono sostituire anche gran parte delle missioni nazionali e internazionali, escluse quelle strettamente indispensabili.
  • Misure organizzative ad hoc per le prove concorsuali, in modo da evitare un’eccessiva vicinanza tra i candidati.
  • Il rafforzamento della pulizia e dell’aerazione dei locali di lavoro
  • La raccomandazione di evitare sovraffollamenti, ma anche una maggiore dotazione di presidi di igiene e, soltanto per specifiche attività e laddove l’autorità sanitaria lo prescriva, di protezione individuale come mascherine e guanti monouso.
  • La diffusione del decalogo di regole di comportamento utili alla sicurezza dei pubblici dipendenti e dell’utenza.

Coronavirus, le misure per contenere l’emergenza. Occhio alle fake news

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In vigore da ieri le ulteriori disposizioni adottate con decreto del presidente del Consiglio dei ministri (dPCM) 25 febbraio 2020 per l’attuazione del decreto legge n.6/2020, che introduce misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.

Il nuovo decreto, adottato su proposta del ministro della Salute e sentito, tra gli altri, il ministro dell’Interno, prevede tra le varie misure:

  • il divieto di libero accesso, domenica 1° marzo, su tutto il territorio nazionale, agli istituti e ai luoghi della cultura;
  • la sospensione fino al 15 marzo prossimo di viaggi d’istruzione, iniziative di scambio o gemellaggio, visite guidate e uscite didattiche programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado;
  • la riammissione, sempre fino al 15 marzo, nelle scuole di ogni ordine e grado per assenze dovute a malattia di durata superiore a 5 giorni dietro presentazione di certificato medico;
  • misure sul lavoro agile.

I prefetti assicurano l’esecuzione delle misure su tutto il territorio nazionale, avvalendosi delle Forze di polizia e, se necessario, delle Forze armate, sentiti i competenti comandi territoriali.

Attenzione alle fake news: cosa possono fare i cittadini
La Polizia di Stato ha segnalato la diffusione tramite social media e chat di messaggi falsi, le cosiddette fake news, sull’andamento dell’emergenza e sulle misure adottate, che generano allarme ingiustificato.

A questo proposito, la Polizia invita i cittadini a non condividere eventuali messaggi di allarme ricevuti e segnalarli tramite il sito della Polizia postale e delle comunicazioni commissariatodips.it.

Per informazioni e aggiornamenti sull’evoluzione della situazione e sulle relative disposizioni sono attivi il numero di pubblica utilità 1500 e i numeri verdi regionali. On line e in rete sono consultabili i siti web e gli account social istituzionali ufficiali.

Getta 700 lattine nell’indifferenziata, multato ristoratore

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TRIESTE – Le Guardie Ambientali della Polizia Locale, mentre stavano effettuando il controllo del territorio nella zona di Barriera, hanno intercettato un uomo che, incurante da quanto previsto dal Regolamento Gestione Rifiuti Urbani, aveva appena smaltito circa 30 casse di lattine di birra (oltre 700 lattine) nei cassonetti dell’indifferenziata, quando poco distante sono posizionati due contenitori per la raccolta del vetro e dell’alluminio.

L’uomo, un privato non titolare di alcuna attività di ristorazione, ha giustificato il gesto affermando che dopo un anno avevo deciso di fare un po’ di pulizia in casa; è stato sanzionato per l’articolo 16 c. 3 lettera a del Regolamento di Gestione Rifiuti Urbani e Pulizia del Territorio che prevede una sanzione da 100 euro.“