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Flash mob di solidarietà per la Polizia Locale

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Martedì 8 marzo, davanti alla sede del Comando della polizia municipale di Arzano, si è tenuta una manifestazione di solidarietà per esprimere vicinanza al comandante Biagio Chiariello, minacciato per il suo impegno dalla parte della legalità.

A organizzare il flash mob di solidarietà “Nessuno tocchi il comandante Biagio Chiariello” è stato il Comitato di liberazione dalla camorra – Area Nord di Napoli.

“Nulla e nessuno fermerà il vento della rivolta morale e il bisogno di legalità in un comune più volte sciolto per infiltrazioni della camorra”, ha scritto nei giorni scorsi in una nota il Comitato. “Diciamo al comandante Chiariello e al corpo della polizia municipale di andare avanti”.

Numerose le presenze di cittadini comuni e autorità.

Anche lo staff di Pol Italia e la redazione di PolMagazine esprimono solidarietà e vicinanza al comandante Chiariello e ai suoi uomini.

Strutture amovibili e fisse, cosa dice la normativa?

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Gli anni di pandemia hanno messo in ginocchio molti settori dell’economia; molti bar e ristoranti hanno cercato di aumentare la capienza, incrementando i posti a sedere dei locali, mediante gazebo o pergolati. Il comandante Donato Sangiorgio ci aiuta a fare chiarezza con la normativa vigente.

“I gazebo sono la soluzione perfetta per occupare l’area esterna del locale – afferma Sangiorgio, comandante della Polizia Locale di Apricena – permettono di aumentare il numero dei posti a sedere nel rispetto di uno dei tanti principi delle norme anti Covid 19 che è quello della distanza tra i tavoli. Ed ecco il via alle trovate più disparate, contrastanti, per risolvere le problematiche legate ai permessi per la realizzazione di queste opere, confondendo spesso, o quasi sempre, volutamente o non, tra gazebo e pergolato”.

“Questa definizione resta molto importante non solo per gli uffici preposti a rilasciare i permessi, ma anche per gli organi di polizia giudiziaria che intervengono nei controlli. Vediamo di mettere un po’ di ordine, servendoci di una recentissima sentenza del T.A.R. Campania Sez. II. del 29-11-2021”.

Come si è espressa la giurisprudenza amministrativa in merito alla distinzione tra le due strutture? “In più occasioni – spiega il comandante Sangiorgio – la giurisprudenza amministrativa, compreso il Consiglio di Stato, hanno asserito che il manufatto in tubolari in ferro è assolutamente assimilabile a un gazebo piuttosto che a un pergolato, consistendo in una struttura leggera, non aderente ad altro immobile, coperta nella parte superiore e aperta ai lati, avente la funzione di garantire in modo permanente la migliore fruibilità di uno spazio aperto. Diversamente, il pergolato si configura come un manufatto avente natura ornamentale, realizzato in struttura leggera di legno o di altro materiale di minimo peso, aperto su almeno tre lati e nella parte superiore nonché facilmente amovibile in quanto privo fondamenta, che funge da sostegno per piante rampicanti, a mezzo delle quali realizzare riparo e/o ombreggiatura di superfici di modeste dimensioni”.

Necessità dei permessi per i gazebo


I gazebo non precari, dichiara il comandante di Apricena, ma funzionali a soddisfare esigenze permanenti (nello specifico connesse allo svolgimento dell’attività commerciale), “vanno considerati manufatti alteranti lo stato dei luoghi, con sicuro incremento del carico urbanistico e conseguente necessità del previo rilascio del permesso di costruire, a nulla rilevando la precarietà strutturale dei manufatti, la rimovibilità della struttura e l’assenza di opere murarie, posto che il gazebo non precario non è deputato ad un uso per fini contingenti, ma è destinato ad un utilizzo per soddisfare esigenze durature nel tempo e rafforzate dal carattere continuativo e non occasionale dell’attività svolta.

Non è da considerarsi opera precaria ai fini autorizzativi e dell’esenzione dal permesso di costruire, il carattere stagionale di essa, quando la stessa è destinata a soddisfare bisogni non provvisori attraverso la permanenza nel tempo della sua funzione, anche se con la reiterazione della presenza del manufatto di anno in anno nella sola buona stagione: infatti, la precarietà non va confusa con la stagionalità, vale a dire con l’utilizzo annualmente ricorrente della struttura, poiché un utilizzo siffatto non esclude la destinazione del manufatto al soddisfacimento di esigenze non eccezionali e contingenti, ma durature nel tempo”.

Il gazebo – prosegue Sangiorgio – non può essere qualificato come mera pertinenza del fabbricato in cui è svolta l’attività commerciale, configurandosi invece come manufatto autonomo, il quale, comportando una trasformazione del territorio, necessita del permesso di costruire.

“Gli elementi che caratterizzano la pertinenza urbanistica sono, – evidenzia il comandante –da un lato, l’esiguità quantitativa del manufatto, nel senso che il medesimo deve essere di entità tale da non alterare in modo rilevante l’assetto del territorio, e, dall’altro, l’esistenza di un collegamento funzionale tra il manufatto e l’edificio principale, con la conseguente incapacità per il primo di essere utilizzato separatamente ed autonomamente rispetto al secondo. Pertanto, un’opera può definirsi accessoria nei riguardi di un’altra, da considerarsi principale, solo quando la prima sia parte integrante della seconda, in modo da non potersi le due cose separare senza che ne derivi l’alterazione dell’essenza e della funzione dell’insieme”.

Conclude Sangiorgio – “si può affermare che se i manufatti hanno le caratteristiche definite sopra, devono essere autorizzate con permesso di costruire per non incorrere nell’abusività delle opere ed alla sicura assoggettabilità delle stesse al previsto trattamento sanzionatorio”.

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laBconsulenze a Intertraffic

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Per Kria quello di Amsterdam è un appuntamento irrinunciabile. Intertraffic è il più importante evento commerciale al mondo dedicato ai player che operano nell’ecosistema della mobilità.

Con i suoi brevetti internazionali e un marchio riconosciuto sul mercato per l’unicità della tecnologia impiegata nel rilevamento 3D, Kria si prepara all’evento con grandi aspettative.

“Dal 2006 partecipiamo alla manifestazione biennale”, spiega Stefano Arrighetti, responsabile R&S del Gruppo laBconsulenze, di cui Kria fa parte da settembre 2021.

Stefano-Arrighetti

“Ricordo che partimmo con una miscela di timore e spensieratezza tipica dei giovani. Da quella volta siamo tornati con crescente convinzione e determinazione per i consensi ottenuti. A Intertraffic si semina e, negli anni successivi, si raccoglie. Una società che espone a Intertraffic è degna di rispetto mondiale. Anche concorrenti e istituzioni nazionali in visita, da quel momento, ti portano maggior rispetto per quanto stai facendo, non solo per te ma, in fin dei conti, un po’ anche per loro. È come se giocassi in Nazionale. La manifestazione è impossibile da descrivere e bisogna solo viverla. Quest’anno è un nuovo inizio: perché Kria partecipa con la forza del Gruppo laBconsulenze e perché è un periodo di grandi incertezze a causa del Covid-19 e delle tensioni geopolitiche, che possono avere un impatto che trascende le capacità di chiunque partecipi come espositore o visitatore”.

Timore e spensieratezza, quelli di Kria, a cui si aggiunge la determinazione tipica di chi sa cosa vuole e sposta sempre in avanti i propri traguardi.

Nuovo formulario di trasporto dei rifiuti

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L’Albo Nazionale Gestori Ambientali, con la deliberazione n.14 del 21 dicembre 2021, ha emanato il nuovo formulario unico per la raccolta e il trasporto dei rifiuti ex art. 230, comma 5, da utilizzare per le attività di pulizia manutentiva provenienti dalle reti fognarie pubbliche o private, comprese quelle derivanti dalle fosse settiche e i bagni mobili, fissando al 30 aprile 2021 la sua data di entrata in vigore.

L’Albo, con l’emanazione di questo formulario unico, chiarisce alcune problematiche insorte fra gli operatori di settore, specificando che questo modello unico è utilizzato come sostitutivo del F.i.r previsto dall’art.193 del D.Lgs. n.152/2006, esclusivamente per il trasporto di detti rifiuti dai luoghi di produzione fino al raggruppamento temporaneo effettuato secondo quanto previsto dall’art.183, comma 1, lett. bb) del D.Lgs.n.152/2006 (deposito temporaneo preliminare alla raccolta), oppure direttamente a impianto autorizzato al trattamento o dal soggetto che ha effettuato la comunicazione o che è iscritto in procedura semplificata ex artt.214 e215 del D.Lgs.n.152/2006.

Scarica il modello da qui.

Crotone: tre nonni vigile hanno ricevuto l’investitura ufficiale

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A Crotone pronti a prendere servizio i primi tre nonni vigile. Sono Alessandra Perziano, Antonio Scicchitano e Francesco Riganello che, dopo aver aderito all’invito dell’amministrazione, hanno svolto un periodo di formazione presso il comando di Polizia Locale, a cura del dott. Antonio Federico.

I tre nonni adesso sono pronti a svolgere attività di volontariato a supporto del Comando come, ad esempio, la vigilanza davanti alle scuole cittadine negli orari di entrata e di uscita degli studenti.

A ufficializzare questa nuova figura, lunedì 14 febbraio, sono stati il sindaco di Crotone Vincenzo Voce, l’assessore Gianni Pitingolo, il comandante della Polizia Locale Francesco Iorno, il presidente della Commissione Consiliare Cultura Fabrizio Meo e la consigliera comunale Antonella Passalacqua.

Proprio su impulso della consigliera Passalacqua, la Commissione ha proposto l’istituzione della figura del “nonno vigile”, iniziativa condivisa dall’amministrazione, che ha emesso l’avviso pubblico destinato a coinvolgere i cittadini nella fascia di età tra i 55 e 75 anni in attività di volontariato a supporto della Polizia Locale.

“Il progetto – si legge in una nota del Comune – ha una duplice valenza: da un lato riaffermare che la terza età non è tempo di rassegnazione ma una stagione della vita in cui si può essere partecipi, da protagonisti, della vita cittadina e dall’altro avere, grazie all’amorevole attenzione dei “nonni vigile”, un aiuto per servizi importanti come la sicurezza dei bambini all’uscita delle scuole”.

Agente di Polizia Locale si toglie la vita dopo il turno di lavoro

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Un agente di Polizia Locale, del comando di Japigia, si è sparato con la pistola d’ordinanza a fine turno. È morto durante il trasporto in ospedale.

L’uomo, in servizio da 12 anni, ha deciso di togliersi la vita. Prima di andar via, ha rivolto l’arma di ordinanza alla tempia e ha premuto il grilletto. Il 48enne è stato tempestivamente soccorso dai colleghi e dal personale del 118 e trasportato presso il Pronto Soccorso del Policlinico di Bari. È spirato poco dopo per le lesioni riportate.

Il Comando di Japigia è sotto shock. In una nota il Comandante esprime il dolore per la perdita “Un tragico lutto ha colpito la Polizia Locale di Bari, un collega ha perso la vita a fine turno nel Comando di Japigia. I soccorsi sono arrivati immediatamente. Trasportato d’urgenza al Policlinico è spirato subito dopo. Informata l’Autorità Giudiziaria e accertamenti in corso della polizia giudiziaria. Lascia increduli tutti i colleghi, affranti dal dolore. Vi preghiamo di condividere con noi il silenzio che avvolge i nostri animi in questo triste momento”.

Le motivazioni del gesto, restano ancora ignote.

Traffico pesante, sfida per il futuro

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L’impatto del traffico pesante sulle infrastrutture stradali e sull’ambiente è un aspetto troppo spesso trascurato. Non perché sia considerato un problema marginale, quanto piuttosto per una sottovalutazione del rischio.

Negli ultimi anni si è affrontato l’argomento solo dopo incidenti di una certa importanza. Poi, terminato il clamore mediatico, si è sempre tornati alla “routine” quotidiana. Ne abbiamo parlato con Paolo Pecorella, Comandante della Polizia Locale di Castiglione del Lago, in provincia di Perugia.

“Pochissimi Comuni si sono dotati, ad esempio, di uno studio finalizzato al completo censimento dei sottopassi”, ci spiega. E ancora, “molti meno hanno un piano per il transito in area urbana di merci pericolose in regime Adr, quasi nessuno ha provveduto a trasmettere ai principali gestori di mappe per navigatori i limiti ponderali o di sagoma di tutte le strade di propria competenza, ancora meno hanno una mappatura dell’inquinamento atmosferico dovuto al traffico pesante. Chiaramente, se a queste carenze si aggiunge un’assenza di controlli, la sicurezza stradale, con buona pace del legislatore, diventa un miraggio”.

Il quadro tracciato da Pecorella è, dunque, allarmante. Diventa fondamentale, dunque, il ruolo della Polizia Locale.

“Parallelamente a questi fenomeni, nei quali la responsabilità è riconducibile agli enti proprietari delle strutture, occorre riconoscere le responsabilità di alcuni autotrasportatori che, con comportamenti borderline, compromettono la sicurezza stradale prima ancora che delle infrastrutture e dell’ambiente. Il sovraccarico, ad esempio, è una delle cause principali del deterioramento della sede stradale in ragione delle pressioni per centimetro quadrato e nel caso di pioggia, della fessurazione dell’asfalto e del successivo sgretolamento, senza tralasciare la modifica dell’assetto e dell’effetto della frenata del veicolo”, conclude il Comandante Pecorella.

Sfide importanti, che vedono la Polizia Locale in prima linea.

Uno sportello per la Polizia Locale

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Per PolMagazine il dialogo con i lettori è molto importante. Ecco perché sulla rivista dedicata alla Polizia Locale e alla Pubblica Amministrazione, edita da Lob&Partners, è disponibile la rubrica “Uno contro tutti”, il classico “L’esperto risponde”.

È un servizio gratuito per supportare le Amministrazioni locali e i Comandi di Polizia Locale in merito a quesiti di natura giuridica, amministrativa e, in generale, in merito alle disposizioni operative contenute nel Codice della strada.

È possibile inviare dubbi e quesiti sulla corretta applicazione e interpretazione del Codice della strada, in particolar modo per ciò che concerne i Titoli I, II, IV e V. Ogni mese gli esperti della rivista risponderanno a tutte le domande e i quesiti di interesse generale saranno pubblicati su PolMagazine.

È possibile inviare le domande tramite email con un semplice clic sul pulsante “Invia la tua domanda” disponibile qui >> www.pol-italia.it/polmagazine/

Polizia edilizia: quando si blocca una demolizione

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La demolizione di una casa abusiva va portata avanti anche quando al suo interno vivono persone con meno di 18 anni? A questo interrogativo ha dato risposta la Cassazione con una sentenza di pochissime settimane fa, la n. 45971 del 15 dicembre 2021.

“Prima di approfondire la pronuncia degli Ermellini – spiega Luigi De Simone, comandante della Polizia Municipale di Caserta – ricordiamo che l’abuso edilizio consiste nella realizzazione di una costruzione in assenza di idoneo titolo edilizio oppure in difformità dello stesso come, per esempio, la costruzione di un fabbricato di dieci piani rispetto ai cinque autorizzati”.

“Come noto, a seguito dell’accertamento dell’autorità, viene ingiunta al proprietario e al responsabile dell’abuso la rimozione o la demolizione del manufatto abusivo indipendentemente dall’esito del processo penale incardinato per l’abuso edilizio. Se non si provvede al ripristino dello stato dei luoghi nel termine di novanta giorni dall’ingiunzione, il bene e il suolo su cui insiste il manufatto sono acquisiti di diritto gratuitamente al patrimonio del Comune, previa trascrizione”.

Tornando al quesito iniziale: la Pubblica Amministrazione può pretendere la demolizione della prima casa abusiva se ci sono figli minorenni? Può privare di un bene primario il responsabile dell’abuso? “Secondo la Corte di Cassazione – spiega a questo proposito De Simone – va respinta l’istanza di chi abita coi figli nell’immobile abusivo, soprattutto se lo stesso non si è attivato per trovare una casa grazie all’edilizia popolare. Per i giudici i problemi di salute e la necessità di mettere un tetto sulla testa dei tre figli minori non possono mettere in discussione la demolizione dell’immobile abusivo. In questo caso ha avuto un importante rilievo anche il fatto che il responsabile sia rimasto inerte per lungo tempo, non rivolgendosi alla Pubblica Amministrazione per ottenere una soluzione abitativa alternativa come l’edilizia popolare”.

Non c’è tutela assoluta
La Cassazione, continua il comandante De Simone, pur affermando che, nel dare attuazione all’ordine di demolizione di un immobile abusivo adibito ad abitazione principale, è necessario rispettare la vita privata e familiare, ha ricordato che “il diritto all’abitazione non è tutelato in termini assoluti, ma è contemperato con altri valori di pari rango costituzionale, come l’ordinato sviluppo del territorio e la salvaguardia dell’ambiente”, che giustificano l’esecuzione dell’ordine di demolizione di un immobile abusivo, assumendo prevalenza sulla vita familiare prima citata.
“In questa ottica – sono le conclusioni di De Simone – la persona che vuole bloccare la demolizione dell’immobile abusivo deve indicare le concrete situazioni, reddituali e di salute, che renderebbero ingiustificata la demolizione. Nel caso in esame, l’uomo non solo non aveva indicato la patologia che lo riguardava né quale fosse la sua condizione socio-economica, al di là del numero di figli, ma è emersa la mancata ricerca, per un lungo arco temporale, di una soluzione abitativa alternativa. Quindi i giudici hanno negativamente valutato l’inerzia del proprietario. In sintesi, la demolizione di un immobile abusivo può essere bloccata solo se sussistono comprovate ragioni di salute oppure economiche che impediscono all’interessato di andare a vivere altrove”.

>>> Ulteriori approfondimenti sulle tematiche di attualità del settore sono disponibili su PolMagazine, la rivista dedicata alla Polizia Locale e alla Pubblica Amministrazione disponibile in digitale gratis qui >> www.pol-italia.it/polmagazine/

La Polizia Locale si interroga sul suo futuro

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Nel sistema complessivo di sicurezza non è ipotizzabile un’azione da parte degli operatori di polizia locale, che porti, nell’ambito delle proprie competenze di osservanza dei regolamenti comunali, ad agire come componente autonomo e a pieno titolo di questo sistema. È una delle tante questioni aperte a proposito del ruolo della Polizia Locale, uno dei tanti temi trattati sul nuovo numero di PolMagazine.

La rivista è disponibile GRATIS qui >> www.pol-italia.it/polmagazine

PolMagazine è un organo di informazione specialistica edito da Lob&Partners, dedicato alla Polizia Locale e alla Pubblica Amministrazione.

Tra gli argomenti affrontati questo mese dai prestigiosi collaboratori, segnaliamo, in particolare, l’approfondita analisi di polizia edilizia a cura di Marco Venuti, Donato Sangiorgio e Osvaldo Busi. Per quel che riguarda i temi della circolazione stradale, interventi di Marco Massavelli, Gianluca Fazzolari, Raffaele Chianca e Paolo Pecorella.

Il comando sotto la lente è quello di Napoli. L’approfondimento è curato da Stefania Fanfani con la preziosa collaborazione del comandante Ciro Esposito: 140 ufficiali e 1.233 agenti impegnati in una delle più importanti città italiane.

Spazio anche alle innovazioni tecnologiche del settore. In particolare, la rivista approfondisce l’attività di Kria, il player più importante nel settore del monitoraggio del traffico e ambientale. Da settembre 2021, Kria fa parte del Gruppo laBconsulenze.