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Autovelox, omessa verifica di funzionalità e mancanza del cartello di preavviso. Comune condannato

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Altro duro colpo nei confronti degli enti accertatori e dei prefetti in materia di sanzioni al codice della strada per eccesso di velocità elevati con apparecchiature elettroniche come l’autovelox.

La seconda sezione civile Cassazione con l’ordinanza 1661/19, pubblicata il 22 gennaio ha ribadito il concetto secondo cui, se è vero che il verbale che contesta l’eccesso di velocità non debba indicare la presenza del segnale che preavvisa il conducente del rilevamento elettronico, tuttavia, in caso di contestazione circa la sua esistenza tocca comunque all’ente accertatore dimostrare la presenza del cartello, che costituisce una condizione di legittimità della pretesa sanzionatoria.

In primo luogo, nell’accogliere il ricorso, i giudici di legittimità ricordano che se il trasgressore contesta l’affidabilità dell’apparecchio, il giudice è tenuto ad accertare se lo strumento che misura la velocità dei veicoli è stato sottoposto alle verifiche di funzionalità e taratura.

Altro punto a favore dell’automobilista riguarda la contestazione dell’assenza dell’apposita segnaletica che preannuncia la presenza dell’autovelox.

Evidenziano gli ermellini che se la decisione impugnata è corretta nella parte in cui dichiara che non è previsto da alcuna norma primaria o secondaria che il verbale di contestazione debba fornire indicazioni circa la presenza del cartello di preavviso del dispositivo elettronico, non è tale anche nella parte in cui, invece, ha sia pur implicitamente affermato, che è onere dell’opponente la prova della violazione da parte dell’amministrazione delle procedure di accertamento quanto alla presenza del cartello di preavviso del dispositivo elettronico: il relativo onere probatorio, infatti, in mancanza di un’attestazione fidefaciente al riguardo contenuta nel verbale va dunque a carico dell’amministrazione. Va poi rigettato l’assunto secondo cui l’eventuale inadempienza dell’ente possa rimanere limitata nell’ambito dei rapporti organizzativi interni alla pubblica amministrazione: è tutt’altro che priva di precettività la norma ex articolo 4 della legge 168/02.

Questa l’ordinanza 1661/19 della Corte di Cassazione 

In effetti, ai sensi dell’art. 4  della I. n. 168 del 2002, da considerarsi norma imperativa, la P.A. proprietaria della strada è tenuta a dare idonea informazione dell’installazione e della conseguente utilizzazione dei dispositivi di rilevamento elettronico della velocità, configurandosi, in difetto, l’illegittimità del relativo verbale di contestazione.

 Al riguardo si è puntualizzato che tale disposizione normativa non può essere considerata una norma priva di precettività, tale da consentire all’interprete di disapplicarla in ragione di un’asserita, ma inespressa ratio, che ne limiterebbe l’efficacia nell’ambito dei rapporti organizzativi interni alla P.A. e la cui riscontrata inosservanza non inciderebbe sulla validità dell’atto di accertamento. La cogenza di tale previsione è desumibile anche dall’innesto successivo – ad opera dell’art. 3 del d.l. n. 117 del 2007, conv., con modif., nella I. n. 160 del 2007 – del comma 6 bis nel testo dell’art. 142 del codice della strada alla stregua del quale “le postazioni di controllo sulla rete stradale per il rilevamento della velocitàvdevono essere preventivamente segnalate e ben visibili, ricorrendo all’impiego di cartelli o di dispositivi di segnalazione luminosi, conformemente alle norme stabilite nel regolamento di esecuzione …”. Con la stessa disposizione veniva rimessa l’individuazione delle modalità di impiego ad apposito decreto del Ministro dei trasporti, di concerto con il Ministro dell’interno:

il primo di tali decreti attuativi – adeguatamente richiamato anche dal ricorrente – è stato adottato il 15/8/2007, prevedendosi, in particolare, all’art. 2, comma 1, che “i segnali stradali e i dispositivi di segnalazione luminosi devono essere installati con adeguato anticipo rispetto al luogo ove viene effettuato il rilevamento della velocità, e in modo da garantirne il tempestivo avvistamento, in relazione alla velocità locale predominante”, aggiungendosi, nello stesso articolo, che “la distanza tra i segnali o i dispositivi e la postazione di rilevamento delle velocità deve essere valutata in relazione allo stato dei luoghi; in particolare è necessario che non vi siano tra il segnale e il luogo di effettivo rilevamento intersezioni stradali che comporterebbero la ripetizione del messaggio dopo le stesse, o comunque non superiore a quattro km”.

 Come, dunque, può evincersi dal complesso normativo adottato sul punto, la preventiva segnalazione univoca ed adeguata della presenza di sistemi elettronici di rilevamento della velocità costituisce un obbligo specifico ed inderogabile degli organi di polizia stradale demandati a tale tipo di controllo, imposto a garanzia dell’utenza stradale, la cui violazione, pertanto, non può non riverberarsi sulla legittimità degli accertamenti, determinandone la nullità, poiché, diversamente, risulterebbe una prescrizione priva di conseguenze, che sembra esclusa dalla stessa ragione logica della previsione normativa, laddove si afferma, espressamente, che gli indicatori preventivi della presenza degli autovelox “devono essere installati con adeguato anticipo…”, senza, quindi, lasciare alcun margine di discrezionalità alla P.A. circa la possibile elusione di siffatto accorgimento o in ordine alla facoltà di ricorrere a sistemi informativi alternativi che, però, non assicurino la medesima trasparenza nell’inerente attività di segnalazione (Cass. n. 7419

del 2009; Cass. n. 21634 del 2009; Cass. n. 5997 del 2014, Cass. n. 15899 del 2016).

 La validità della sanzione amministrativa irrogata per eccesso di velocità accertato attraverso un dispositivo di rilevamento elettronico, è, in definitiva, subordinata alla circostanza che la presenza di tale dispositivo sia stata preventivamente segnalata. 

Tale necessità, peraltro, in mancanza di una espressa disposizione in tal senso ed in considerazione del principio della tassatività delle nullità degli atti, non esige che la presenza della segnaletica di preventiva informazione sia anche indicata, a pena di nullità, nel verbale di contestazione: a condizione, però, che di tale segnaletica sia stata accertata o ammessa l’esistenza (Cass. n. 680 del 2011). La sentenza impugnata, quindi, se è corretta nella parte in cui ha affermato che non è previsto da alcuna norma primaria o secondaria che il verbale di contestazione debba fornire indicazioni circa la presenza del cartello di preavviso del dispositivo elettronico, non è tale anche nella parte in cui, invece, ha, sia pur implicitamente, affermato che è onere dell’opponente la prova della violazione da parte dell’amministrazione delle procedure di accertamento quanto alla presenza del cartello di preavviso del dispositivo elettronico: il relativo onere probatorio, infatti, in mancanza di un’attestazione fidefacente al riguardo contenuta nel verbale, incombe sull’Amministrazione opposta, trattandosi di una condizione di legittimità della pretesa sanzionatoria.

Polizia locale, assunzioni “solo” dopo 9 anni

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NAPOLI – Il Comune di Napoli ha dato il via alle assunzioni nel corpo della Polizia Locale, peccato che con nove anni di distanza dal concorso. La vicenda sembrerebbe paradossale ma ha una spiegazione.

Solo quest’anno la manovra finanziaria ha dato il via libera allo scorrimento della graduatoria quasi decennale.

Su 96 posti disponibili di vigile urbano appena 53 hanno accettato. Evidentemente, molti dei corsisti hanno trovato un altro impiego.

C’è infatti da dire che l’assunzione proposta dal Municipio è per soli 24 mesi. Dei 53 che hanno accettato l’incarico, 45 entreranno in servizio di questi 36 vigili urbani saranno destinati alla periferia, gli altri entreranno in ufficio. Nonostante i nuovi innesti, resta ancora esiguo il numero degli agenti di polizia locale presente nel comando di Napoli.

Polizia locale trova bomba a mano

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Bomba a mano comune milano

MILANO – La Polizia locale di Milano ha ritrovato, in seguito a una segnalazione per detenzione di droga e di armi, una bomba a mano M52P di fabbricazione jugoslava, prodotta fino al 1959, nel corso di una perquisizione di una cantina in via Noale.

L’intervento è stato eseguito da quattro agenti e un ufficiale della Polizia locale che hanno allertato gli artificieri della Polizia di Stato e messo in sicurezza l’area.

Il detentore, un italiano di 56 anni con precedenti, proprietario della cantina in cui è avvenuta la perquisizione che ha portato al ritrovamento della bomba, è stato arrestato.

Sull’ordigno è stata poi effettuata una perizia, come spiega il Comune, da cui è emersa la piena funzionalità del detonatore e la presenza di tritolo: una volta innescata, la bomba sarebbe esplosa dopo otto secondi e i frammenti di metallo avrebbero raggiunto un raggio di 15 metri.

La bomba a mano è stata poi fatta brillare dagli artificieri della Polizia di Stato nel pomeriggio del 18 gennaio.

Cirio (FI): dare più tutele alla polizia locale

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BRUXELLES – Trova il sostegno dell’eurodeputato Alberto Cirio (FI) la battaglia degli agenti di polizia locale che chiedono di essere equiparati in termini di mezzi, formazione e tutele alle altre forze dell’ordine italiane. Ieri la commissione Petizioni del Parlamento Ue ha accolto una delegazione di agenti che aveva presentato agli eurodeputati – fra il 2016 e il 2017 – tre diverse petizioni sul tema.

“Quando nei quartieri delle nostre città un criminale si trova di fronte a un agente di polizia non guarda la divisa che indossa – sottolinea Cirio in una nota – che si tratti di un carabiniere, poliziotto, finanziere o agente di polizia locale non fa differenza, i rischi sono i medesimi e spesso la Polizia municipale è la prima che si ritrova a intervenire soprattutto sugli episodi che riguardano la sicurezza urbana. Bisogna garantire maggiore tutela a un Corpo che spesso rappresenta il primo presidio sul nostro territorio”.

La commissione Petizioni, di cui Cirio fa parte, ha deciso di scrivere una lettera al governo e al Parlamento italiano chiedendo di porre fine alla disparità di trattamento fra corpi di polizia, e valuterà se effettuare nei prossimi mesi una visita sul campo per raccogliere ulteriori informazioni. Cirio ha sottolineato anche il sostegno alla causa degli agenti espresso dal presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani, che ieri aveva twittato: “Forza Italia dalla parte della polizia locale. In difesa dei diritti di chi garantisce la nostra sicurezza”.

Pressing dell’Ue all’Italia per dare più tutele a polizia locale

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BRUXELLES – Resta alta la pressione del Parlamento europeo sul governo italiano per chiedere che i corpi della polizia municipale siano equiparati alle altre forze dell’ordine in termini di contratto, tutele e formazione.

La commissione Petizioni dell’Eurocamera, secondo quanto reso noto oggi dalla sua presidente Cecilia Wikstroem, invierà nelle prossime settimane una lettera “molto franca” al governo e al Parlamento italiano chiedendo di porre rimedio alla “discrepanza” di trattamento attualmente esistente fra le forze di polizia ed esaminerà anche la possibilità d’inviare una delegazione in Italia per indagare sulla questione.

Si tratta della seconda lettera spedita da Bruxelles a Roma nell’ultimo anno in seguito alle petizioni depositate fra il 2016 e il 2017 da CSA Dipartimento di polizia locale-Ospol e dall’assistente scelto della polizia locale di Viadana (Mantova) Piero Boldrini, ferito mentre era in servizio e trovatosi, come ha denunciato luji stesso, “senza tutele”.

A questi si è aggiunta a fine 2017 anche la sigla Sulpl con una terza petizione. “Dobbiamo chiedere di ridare i diritti ai 60mila poliziotti locali italiani che sono trattati ingiustamente”, ha detto Wikstroem che si è impegnata a parlare personalmente del tema anche al presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani. “Il contratto di governo cita espressamente il tema della polizia locale”, ha ricordato l’eurodeputata Eleonora Evi (M5S), riconoscendo però che finora “è stato fatto poco”. A favore della causa della polizia locale si sono espressi anche gli eurodeputati Alberto Cirio (FI) e Patrizia Toia (Pd).

(ansa)

Riforma polizia locale, il Viminale convoca i sindacati

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Buone notizie per la polizia locale, il Ministero dell’Intero ha convocato le organizzazioni sindacali  per definire le proposte di legge  sulla riforma della polizia locale.

A darne notizia il Sulpl che trionfante annuncia: “Sarete tempestivamente informati sulla prosecuzione delle trattative. Uniti si vince, crederci sempre e mai mollare”.

Fermo e sequestro amministrativo, la nuova circolare

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Il Ministero dell’Interno ha divulgato attraverso la circolare del 21 gennaio 2019, le nuove procedure per l’applicazione della misura cautelare del sequestro amministrativo e della sanzione accessoria del fermo amministrativo del veicolo.

Circolare prot. n. 300/A/559/19/101/20/21/4 del 21/01/2019 Ministero dell’Interno Articoli 213, 214. 214-bis e 215-bis Codice della Strada

Un uomo può cambiare le proprie stelle

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Ero quasi in panico per non sapere cosa scrivere alla ricorrenza di San Sebastiano: come potevo, con a Me le Guardie, fan finta di non ricordarmi del Santo Patrono degli allora Vigili Urbani, nominato tale da Papa Pio XII con le parole “custode di coloro che garantiscono la pubblica sicurezza nelle città, in italia chiamati Vigili Urbani”? E come potevo parlarne senza ripetere essenzialmente le stesse cose dette negli anni scorsi?

Fortunatamente mi è venuta in aiuto Rai Movie ed in particolare il film Il Destino di un Cavaliere, pellicola che, e lo dico con grande orgoglio, rimane e resterà sempre una delle mie preferite, con buona pace di Leone, Chaplin, Kurosawa, Spielberg, Lucas, Kubert, Ford e di tutti gli altri registi ed attori che amo, è proprio ne Il Destino di un Cavaliere, nelle sue musiche rock, nei suoi costumi esasperati, nelle sue armature totalmente anti storiche, nei suoi personaggi pure così stereotipati, che mi rispecchio e in cui rispecchio molti ideali ed idealismi della mia vita. 

Per i pochi che non lo conoscessero, narra di un bambino di origini povere che,affidato dal padre come servo ad un cavaliere, riesce a farsi passare a sua volta per nobile ed a partecipare a diverse giostre, emergendo spesso vincitore e, nel frattempo, a conquistare il cuore di una bellissima – ma davvero – dama (dalle extension viola), e diventare amico dell’erede al trono di Inghilterra, ad avere un nemico giurato e un gruppo di amici fedeli a guidarlo ed aiutarlo, tra cui spiccano un Geoffrey Chaucer magistralmente interpretato da Paul Bettany ed una donna fabbro che marchia le proprie armature con lo stemma della nike.

Inutile dire che l’eroe alla fine riuscirà a diventare nobile, sconfiggere il cattivo, sposare la principessa e “cambiare le proprie stelle” coronando quella morale un po’ stereotipata che vuole che rimanendo se stessi, coraggiosi, coerenti e retti prima o poi si troverà “l’erede al trono” che ci metterà alla pari di chi alla ricchezza o alla nobiltà è arrivato con raggiri, disonestà o per nascita.

Una storia che, a ben vedere, è l’opposto di quella del nostro Santo Protettore: ufficiale della Guardia Pretoriana, prediletto dall’imperatore Diocleziano, scelse di proteggere i cristiani perseguitati e fu per questo condannato a morte, dapprima colpito dalle frecce dei suoi ex commilitoni, poi, miracolosamente sopravvissuto, fustigato a morte. Poteva andargli peggio, visto che ad una nobildonna che lui stesso aveva convertito toccò di finire arrostita viva appesa per i capelli.

Tanto un protagonista era ricco e servo dei potenti, per poi essere da loro scacciato e dai suoi stessi compagni ammazzato, tanto l’altro è povero, con i compagni sempre a fianco ed in grado di elevarsi a potente. 

A pensarci bene, ad immaginarci tutti San Sebastiano,pur essendoci un qualche richiamo alla nostra situazione di eterni capri espiatori di ogni problema sociale, fa ben triste pensare che saremmo ammazzati dai nostri commilitoni: ammettiamolo,San Sebastiano di colleganza ne ha vista poca. Noi, invece, alla faccia dei potenti che ci vogliono disuniti, abbiamo proprio quest’anno intitolato due comandi ad altrettanti colleghi caduti in servizio e ci siamo anche inventati il nostro simbolo, il Pegaso, sotto cui tutti ci riconosciamo anche se non è segnato in alcun documento ufficiale, un po’ come i giovani schiavi che riconoscono in un simbolo l’ ormai sconfitta resistenza nell’ultimo film di Star Wars.

Quello che stiamo facendo, noi Guardie Cittadine, è proprio cambiare le nostre stelle. Le stelle le cambieremo col nostro lavoro, adempiendo al nostro dovere, rimanendo ciò che siamo e forgiando quel che saremo in quanto consapevoli che per questo, e non per il 27 del mese o le multine del sindaco di turno, che abbiamo scelto di indossare la nostra divisa. Una divisa non è solo un abito con cui far rispettare la legge, è soprattutto un simbolo con cui fare ciò che è giusto, anche quando sarebbe più facile obbedire ad un ordine, e questo è proprio San Sebastiano ad insegnarcelo. Troppo facile dire “eh si siamo come lui perché ci tirano le frecce”, “eh si san Sebastiano patrono del vigile urbano hehe”, eh no, la lezione si San Sebastiano è la differenza tra SBIRRO e GUARDIA, tra BRAVO  e POLIZIOTTO, tra un uomo GIUSTO ed un mero esecutore. 

Stiamo forgiando da noi lo spirito che dovrà portarci a diventare quel che meritiamo di essere e questo spirito dovremo forgiarlo continuamente, perché è giusto essere così, e non sperando che prima o poi incontreremo il principe che ci nominerà cavalieri: William, nel Destino di un Cavaliere, combatte perché è se stesso a spingersi a farlo, non perché sa che un giorno avrà occasione di incrociare le lame e guadagnare così la stima del Principe Nero. Non dobbiamo continuare ad essere quello che siamo, a riconoscerci nel pegaso, ad onorare i nostri caduti, a fare il nostro dovere, perché riteniamo che un giorno o l’altro qualcuno si sentirà in debito con noi e ci riformerà, ma perché è giusto essere questo, ed è doveroso voler cambiare le nostre stelle senza pretendere però che qualcuno le cambi per noi. 

Continuiamo quindi a forgiare una nostra storia, un nostro orgoglio, un nostro spirito, alla faccia di chi ci vuole divisi, egoisti, campanilisti, servi sciocchi del politico di turno. Cambiamo le nostre stelle. Cambiamo le Guardie Cittadine e facciamole cambiare. Forgiamoci, senza dimenticare di essere quelli cui è dedicato come protettore un uomo giusto, e di essere in contempo dei poveri che vogliono far capire ai nobili che non è nella ricchezza né nel blasone che si possono dividere gli uomini, le Guardie, i Corpi di Polizia Locale da quelli dello Stato. 

fonte: https://ameleguardie.wordpress.com/

Salvato dal defibrillatore dei vigili urbani

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MOSCUFO (PESCARA) – Un operaio del Comune di Moscufo viene colpito da un malore mentre è a lavoro e viene salvato dai vigili urbani e da alcuni dipendenti dell’ente, che utilizzano il defibrillatore semiautomatico in dotazione alla Polizia municipale. Il fatto è avvenuto stamani.

I colleghi hanno visto l’uomo, 58 anni, accasciarsi a terra ed hanno lanciato l’allarme. In attesa dell’arrivo dell’equipaggio del 118, partito da Pianella (Pescara), sull’uomo è stato praticato il massaggio cardiaco ed è stato applicato il defibrillatore. Poi l’ambulanza medicalizzata lo ha trasportato in ospedale.
   

   

   

Nuova legge regionale su sicurezza e polizia locale in Liguria

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LIGNANO (UDINE) – “Nel 2019 vareremo la nuova legge regionale sulla sicurezza e sulla Polizia locale, la quale prevedrà una riorganizzazione completa dell’attuale sistema e riscriverà il concetto di sicurezza nelle nostre comunità”.

E’ quanto assicura l’assessore regionale alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti, intervenuto oggi a Lignano Sabbiadoro in occasione della cerimonia per la decima giornata regionale della Polizia locale, durante la quale sono stati consegnati 59 riconoscimenti (19 encomi solenni e 40 onorificenze) agli agenti distintisi in servizio.

L’auspicio, ha aggiunto Roberti, “è che anche il legislatore nazionale lo faccia con le stesse tempistiche, superando gli ostacoli di una norma quadro ormai anacronistica. In tale senso pur non essendo una strada semplice, le aperture già avvenute con il cosiddetto decreto sicurezza non possono che far ben sperare”.

Il tema della sicurezza e della Polizia locale, ha sottolineato l’assessore, resta centrale per l’Amministrazione regionale.