Comuni e Province senza autovelox sulle superstrade

di Maurizio Caprino*

Autovelox “col freno tirato” per Comuni e Province. Se passerà il decreto ministeriale sulla ripartizione dei proventi delle multe per eccesso di velocità, non potranno più eseguire controlli sulle strade extraurbane principali e i Comuni dovranno anche rimuovere le postazioni fisse (le più diffuse e “produttive”) che hanno installato sulle strade provinciali, dove potranno solo schierare apparecchi presidiati da pattuglie di vigili. Limiti (stavolta per tutti i corpi di polizia) anche sui controlli della velocità media.

Il testo sta prendendo in contropiede molti amministratori locali e ora le associazioni degli enti locali, Anci e Upi, si preparano a dare battaglia.

La sorpresa deriva dal fatto che, in teoria, il Dm avrebbe dovuto occuparsi solo della ripartizione dei proventi, dopo che la legge 120/2010 (articolo 25, comma 2, che ha introdotto nell’articolo 142 del Codice della strada il comma 12-bis) aveva imposto l’obbligo di devolverne il 50% all’ente proprietario della strada.

La legge prevedeva un Dm attuativo, che però doveva riguardare anche le modalità di effettuazione dei controlli. Solo che quest’ultima parte è stata “anticipata” nel giugno 2017 (Dm 282), perché sulla ripartizione dei proventi c’erano complicazioni tecniche e resistenze da parte degli enti locali, preoccupati per i loro bilanci.

Ora quindi ci si attendeva che la bozza del nuovo Dm si occupasse solo dei proventi, lasciando inalterate le nuove regole sui controlli. Invece ora arriva una stretta anche su questo fronte e questo indurrà gli enti locali a dare battaglia.

Il primo segnale visibile arriverà in Conferenza Stato Città, dove il Dm dovrà essere esaminato. Nel caso non si trovi un accordo, è possibile che si apra un contenzioso. Basato su due argomentazioni:

viene tolta per decreto ministeriale alle polizie locali la possibilità di controllare la velocità in una parte del loro ambito territoriale, nonostante l’articolo 12 del Codice e le interpretazioni che ne ha dato la Cassazione consentano loro piena operatività (escluse solo le autostrade);

il testo del Dm – da quanto risulta al Sole 24 Ore – non è stato sottoposto all’esame del Consiglio superiore dei lavori pubblici.

Alcuni organi di polizia locale hanno oggi in uso anche sistemi di controllo della velocità media (Tutor e simili). Se anche li avessero installati su strade riconosciute di propria competenza anche dalla bozza del nuovo Dm, spesso dovrebbero smontarli ugualmente perché il testo esclude la possibilità di impiegarli su tratti in cui ci sono «intersezioni» (incroci con altre strade, molto frequenti sulla viabilità ordinaria).

Problemi sulla velocità media potrebbero esserci anche per gli organi di polizia statali: è previsto che i controlli possano essere eseguiti solo su tratte lunghe almeno tre chilometri. Da un lato è un freno agli abusi, ma ci sono situazioni in cui è opportuno anche un controllo su distanze brevi. Per esempio, sotto il tunnel del Monte Bianco (dove il tratto italiano è corto) e sulla Tangenziale di Napoli (dove gli svincoli si susseguono di continuo).

*fonte: il sole24ore

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