FIRENZE – A circa un anno dalla riorganizzazione voluta dal Comandante Casale, i lavoratori della Polizia Municipale traggono un primo bilancio dei risultati: “Una situazione densa di problemi, che crediamo abbia bisogno di essere affrontata senza ritardo. In assenza di risposta e di apertura di un serio confronto al fine di individuare adeguate soluzioni, sarà convocata un’assemblea generale dove verranno decise le ulteriori azioni da compiere”, si legge nella lettera che la Rsu di Palazzo Vecchio ha inviato al sindaco Nardella, all’assessore Gianassi e a Casale stesso. La Fp Cgil Firenze: “I problemi legati alla sicurezza e all’impiego della Polizia municipale sono molteplici e gravi come denunciato dagli stessi vigili urbani, nel documento redatto dalle loro rappresentanze sindacali e consegnato.
La nota della Rsu
I lavoratori, riuniti in assemblea qualche tempo fa, hanno criticato ”il cambiamento in atto relativamente all’indirizzo dell’attività della Polizia Municipale che pone in primo piano non più la sicurezza della circolazione, il rilievo riguarda le competenze dei sinistri, il rispetto dei regolamenti comunali e delle normative vigenti in materia ambientale, edilizia e commerciale, ma la sicurezza in senso stretto, intesa come controllo delle normative sull’immigrazione, la repressione dell’accattonaggio, lo spaccio di droga si legge nella lettera a Nardella, Gianassi e Casale . È stato considerato come ciò comporti l’abbandono di fatto di attività proprie della Polizia Municipale, comunemente svolte e apprezzate, rispetto ad altre istituzionalmente proprie di altre forze dell’ordine, per le quali per i vigili urbani mancano formazione e strumentazione adeguate, con la conseguenza di essere esposti a notevoli rischi”, senza contare i “mezzi vetusti e l’abbigliamento non sostituito da tempo”. Oltre a ciò, “vengono lanciate di volta in volta campagne tematiche sull’argomento di moda: risciò, oppure bus turistici o consumatori di panini in via dei Neri, senza che sia riconoscibile una programmazione organica che individui obiettivi o una prospettiva diretta ad impattare positivamente sulla qualità del vivere a Firenze, si procede per spot e non riuscendo, oltretutto, a capitalizzare neanche a livello di raccolta dati, il lavoro svolto”. Nella lettera, seguono altre osservazioni: intanto, “la non proficua ed equa distribuzione dei carichi di lavoro”, così come “il reparto Infortunistica stradale patisce un pesante sotto organico”. Inoltre, “altro grave elemento da sottolineare è che non è stata data nessun forma di risposta all’indagine sullo stress da lavoro correlato condotta da una società indipendente per conto dell’Amministrazione nel corso del 2016. Indagine che nella Polizia Municipale evidenziava in ben sei gruppi omogenei su dieci un rischio riferito come alto e pertanto classificato dalle linee guida Inail come necessariamente oggetto di immediati interventi. Si è invece aggravato, a partire dalle procedure del precedente Comandante relative al lavoro notturno per arrivare ai presenti atti qui descritti, il rischio specifico, probabilmente in attesa di qualche grave evento sentinella che tutti vogliono scongiurare”. In tutto questo, l’Autoreparto, presentato in più occasioni come uno dei fiori all’occhiello del comando, “lamenta lo svilimento delle proprie professionalità, con un sostanziale disinteresse per la sicurezza stradale, in favore di servizi di mera presenza e visibilità come quelli presso i giardini della Fortezza e della Catena”. Nella lettera c’è anche un allarme sulla Centrale Operativa: “La Centrale Operativa, che dovrebbe essere il cervello del Corpo, sembra del tutto abbandonata a se stessa, senza linee guida credibili e spesso priva di pattuglie in grado di svolgere gli interventi. A titolo esemplificativo, per tutto il Quartiere 1 non è infrequente la presenza di una sola pattuglia per evadere tutti i reclami, con passi carrabili, spazi per disabili ed anche incidenti stradali che spesso sforano i limiti posti dalla carta dei servizi del Corpo. Tutto ciò stride con la scelta di aumentare di una unità il personale del centralino che risponde al cittadino. Risulta pertanto evidente una sperequazione insanabile tra gli interventi in entrata e quelli effettivamente effettuati. Ciò comporta l’inevitabile difficoltà degli operatori di centrale a rispondere ai cittadini che lamentano spesso vivacemente la scarsa presenza o le attese per gli interventi che normalmente venivano evasi e che oggi con la riduzione del personale destinato al pronto intervento non è più possibile fare”.
Fonte: Cgil Toscana e Firenze Ufficio stampa