Se a tappare le buche e a spargere il sale ci pensa la municipale

ROMA – L’emergenza buche nel Comune di Roma è un affare della polizia municipale. Strade chiuse, transennate e circolazione in tilt per detriti e macchie d’olio lasciati dopo incidenti stradali. Zero manutenzione e circolazione in tilt.

 A denunciare la situazione, ad dir poco paradossale, è l’Ugl romana. Spesso gli agenti della polizia municipale della Capitale è costretta a tappare da sola le buche stradali con sacchetti di bitume e presa rapida o a spargere il sale sulle strade ghiacciate.

“Tutta colpa di appalti e accordi scaduti con le ditte specializzate nella manutenzione e nella pulizia”. Tuona il sindacato.  «In attesa di nuovi appalti per la manutenzione stradale o dell’improbabile intervento dell’Esercito, già paventato, i colleghi suppliscono di iniziativa propria da una settimana a chiudere buche pericolose o a rimuovere i detriti di incidenti stradali sulla carreggiata o ad asciugare macchie d’olio perse dai veicoli», conferma Sergio Fabrizi, segretario provinciale Ugl polizia locale. «L’Ama – spiega il vigile-sindacalista – non interviene perchè non è previsto dal contratto di servizio con il campidoglio (finchè la giunta 5 Stelle non ha emanato il provvedimento ad hoc, ndr); la Protezione civile soltanto per ingombro della carreggiata, come nei casi di caduta rami. Così per le altre situazioni la palla rimane in mano ai vigili urbani, che non hanno obblighi contrattuali in tal senso ma responsabilità civili e penali in relazione alle funzioni di sicurezza derivanti dalle qualifiche di legge». 

Ma quello che sorprende, visto che la stessa situazione si è verificata nel 2017, è come sia possibile che nessuno si accorga per tempo della scadenza di accordi e appalti prima che subentri una situazione di emergenza. «È la stessa cosa che riguarda la rimozione dei veicoli scaduta da quattro anni oppure gli spaventosi buchi nelle forniture di cancelleria, ricambi auto e moto oppure ancora del vestiario, senza che mai qualche responsabile sia chiamato a risponderne. La misura è colma – conclude Fabrizi -, ora non possiamo accollarci anche responsabilità e mansioni per la copertura delle buche stradali».

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