‘Ndrangheta, coinvolto a Vibo il comandante della polizia locale

 Coinvolto nell’Operazione Rinascita Scott con l’accusa di corruzione anche il comandante della polizia Municipale di Vibo Valentia, Filippo Nesci, nonché dirigente del settore urbanistica dello stesso ente, in quanto, secondo la Dda, indebitamente riceveva, da Giovanni Giamborino, la promessa della elargizione di somme denaro per l’esercizio delle sue funzioni, ossia per il rilascio, in data 18 novembre 2016, del permesso di

costruire relativo ad un immobile nel territorio cittadino.

Ciò è quanto emerso dalla viva voce del Giamborino che in una serie di conversazioni ha fatto espresso riferimento ai soldi che avrebbe dovuto corrispondere al Nesci per ottenere il permesso, lamentandosi della sua richiesta.

Inoltre lo stesso Nesci, per come riferiva il Giamborino a Saverio Piperno in una intercettazione, avrebbe chiesto a Giamborino la disponibilità della sua casa a Forli per stare dieci giorni con la moglie. Sempre Giamborino, parlando con un’altra persona, si lamentava della richiesta di denaro del dirigente del Comune: “La mazzetta mi ha chiesto e gliela devo dare…è un mazzettista…deve sputare il sangue … e purtroppo c’è sempre lui che ancora è giovane … che cinquanta anni ha … e per altri 15 anni a Vibo c’è lui … hai capito?! E lui … il posto suo non glielo toglie nessuno la … comanda sempre i Vigili … non lo possono cacciare mai dai Vigili … dall’Urbanistica lo possono mandare via … dai Vigili no … perché è vincitore di concorso… quanto… gli do per tenerlo buono… per caricarlo sotto… un paio di mila euro… sta facendo le carte tutte veloci… a lampo di pistola… e se non ero io non andavano da nessuna parte… ora Cesare lunedì mi deve dare le carte…”.

Sempre nelle carte dell’inchiesta emerge che Giamborino avesse iniziato ad ottenere la disponibilità del Comandante Nesci (il quale aveva rateizzato, pur non potendolo fare con le modalità concesse, il pagamento degli oneri legati al rilascio del permesso) e che, in cambio gli aveva promesso di accollarsi un debito che il Nesci aveva con tale “Davide” per l’ammontare di 10.000 euro.

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